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martedì 18 dicembre 2012

Intimistiche riflessioni mattutine del martedì di spessore

Passeggio in corallo per il soggiorno deprimente, osservando la nebbia di fuori, focalizzando il terrazzino orientale laggiù, dalla cui finestra esce la luce della colazione orientale e penso, medito, mi raccolgo in me stesso e distillo un pensiero sottile, intimistico, penso che lo troncherei nel culo a quella cinesina magra, dalle gambe a parentesi, perchè a me le gambe a parentesi, in una cinesina magra, mi fanno venire voglia di buco del culo orientale.

Passeggio in corallo, con sotto la felpa col cappuccio da Blue Block, perchè questa è blu e non black e ho il cazzo libero di penzolare là sotto e decido che quest'estate mi farò fare delle gonne, lunghe, di fresco di lana, di lino, di seta, perchè la sensazione del cazzo libero di dondolare è impagabile, davvero, mi fa sentire erotico e libero ed io sono un creativo molto erotico, a tratti anche libero, quantunque ciò non mi impedisca affatto di ambire a maggior libertà ed erotismo.

Passeggio in corallo e penso che venerdì il mondo finisce e, sinceramente, non me ne frega un cazzo, perchè se finisce tutto non c'è motivo di preoccuparsi, alla fine. E poi, in ogni caso, domani la Chiara è qui e quindi io sono contento, anche se venerdì finisce tutto. Bisogna aggiustare le prospettive, altrimenti si perde un sacco di tempo in pensieri inutili. Meglio concentrarsi sul pensiero del culo piatto della cinesina magra dalle gambe a parentesi.

Passeggio in corallo e poi mi siedo in cucina, bevendo del caffè lungo solubile, giocando col mio glande, tormentandomi il buchino e rimembrando della volta che quelle due nobildonne della Milly e dell'Habana mi hanno messo il catetere e pensare a quella scena da porno ambulatorio degli orrori deliziosi mi fa intostare la minchia, ma che strano, mi tira e sorseggio, col cazzo che sbuca dalla spugna corallo e penso ad una serie di fotogrammi montati in un raffinato showreel, la mia cucina, la Squaw che piscia legata, l'Habana che si infila da sola il catetere aspirando aria tra i denti con una smorfia aggressiva di lurido piacere, la mia Puttanella che mi piscia in bocca mentre le lecco la fica e lei è oscenamente tronizzata sul water, con un'ammorbata espressione laida.

Poi penso alla Ade e mi coglie il rimorso di non aver provato nemmeno una volta, pur essendo una cosa molto in alto nella mia scala dei valori, a infilarle nel culo una mela, come si fa fare quella stupenda morazzona di quella slave tedesca, con cui mi sono menato l'uccello sino a perdere quattro diottrie su youporn. Che peccato, davvero un peccato, perchè secondo me la Ade è talmente sfondata nel culo che con un bel po' di Luan,  vaselina e pazienza eccitante, la mela le entrava eccome.
Che vita sarebbe senza rimorsi, d'altra parte?

Abbandono la tazza, attonita e vuota, nel lavello e mi vado a vestire. Voglio che questo martedì del cazzomerda passi alla svelta, perchè a me il mercoledì piace assai più del martedì. Anche se il giorno che preferisco, in termini assoluti, è il giovedì. Perchè è solo di giovedì che si può dire, con la mano sulla fronte, foggiata a falso dispiacere: "Madò domani è già venerdì, questa settimana è volata".
E poi giovedì gnocchi, che è un altro aspetto di non trascurabile importanza.
Bonjour.

lunedì 17 dicembre 2012

Return On Equity

Bonjour, bonjour, bonjour.
E' lunedì, il giorno che sta ad un giorno dal mercoledì, giorno in cui la mia Polpetta di Culo ritorna dal Papone. 
Cos'è successo nel fine settimana taziale?
Procedo con invidiabile sintesi sugli elementi di minimo rilievo.
Sabato sera ho dato degna sepoltura a Mietta, coprendola con un paio di badilate di terra. Ora giace laggiù, nell'orrido bosco, accanto a quell'altra salma.
Dopo averla diffusamente chiavata e spruzzata, l'ho subdolamente coinvolta in una discussione accesissima, basata su assolutamente futili motivi, trascinandola per i capezzoli lungo il crinale più ripido della montagna e, avvolto nelle nebbie degli imprecisi ricordi su Sissifo, l'ho scaraventata giù dal dirupo, così come noi PezzidimmerdaPro sappiamo sapientemente fare. Prima le si strachiavano, dopo le si tumulano.

In ogni caso, fine di Mietta.
Perchè?
Perchè ero colpevole. Colpevole di averla fatta avvicinare troppo, colpevole di averle dato l'opportuntià di sapere di me e della Chiara, colpevole di averle concesso la discesa in pista anche se solo per l'arco di una notte, colpevole di aver lasciato che, con la stessa bocca con cui mi succhiava il cazzo, potesse chiedermi "L'hai sentita oggi?". Colpevole, colpevole, colpevole. E, quindi, lungo il profilo di democrazia e giustizia tanto in voga nel nostro Paese, ho sentenziato che, siccome l'errore l'ho commesso io, la punizione spettasse a lei.

Bene.
Ora sono nello spirito dell'Avvento, perchè niente come sentirsi bastardi fa avvicinare tanto al Natale.
Bonjour.