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sabato 16 novembre 2013

True lies

Ore diciottoeventuno, parlafòno in orgasmo, chi cazzè?
La Marti.
Hey ciao, ti disturbo, come stai, scusa, senti, io ti devo delle scuse, hai ragione tu, ci ho pensato, sono una frana, perdonami ti prego, il fatto è che son giù, son giù, son giù, spero tu mi capisca, sai, c'ho quarantatre anni, la separazione, lo stronzo bastardo, capisci, scusami, cioè, io volevo dire, mi spiace, era andato tutto così bene, tu sei così carino e caro e io ho rovinato tutto, puoi perdonarmi?

Ma Marti!! maddai, massì, "perdonata" (risatina alla Civati), nemmeno da chiederlo e poi di cosa?, però io ora sono a Praga capisci? Lavoro, sìssì lavoro certo, ma penso che in settimana torno, senti, facciamo così, no tranquilla non mi disturbi, anzi, mi fa piacere sentirti sai? veramente!, sì!, senti, appena rientro ti chiamo e ci facciamo due spaghetti ignoranti, ti va?, no ma che, ma scherzi, dai Marti, non lo dire nemmeno, un bacio, un bacio, ciao, ciao, sì, anche tu, grazie, ciao cara, ciao, grazie.

Ecco.

Turism

Bene.
Ieri sera, che alla volta delle ventipuntozeroquattrozulutaim, essendo che  nessun essere umano era presente nel fortino sovietico (compreso Momi che dopo la doccia s'è defilato a spacciare), ho aperto il Mac e mi sono trovato un localino accogliente in cui mangiare un bisteccone. Perchè quando la crisi dei sentimenti si ammanta di solitudine, ecco lo zio Sam accorrere in aiuto e dirti, con la voce di John Wayne: "Hey, ragazzo, non temere, c'è sempre the american steak, che dove c'è american steak c'è casa.".
Concetto da lavorare con energia, ma ieri sera era ok.

Mi doccio, mi apparecchio, mi talco e mi profumo, vaffanculo Costacrosta, voglio solo spaccarti il grugno di merda e lo farò, ma stasera, cazzomerda, T-Bone & fried, fottiti e muori, se non t'hanno già (auspicabilmente) ammazzato.

Scendo le scale molto dandy e, al livello del secondo, sul ballatoio, sbatto contro la Iza. La Iza-teasing, vorrei dire. Leggins grigio meningite infraculee (e che culee), magliettona a spalla nuda con chiodi sottottissutali di riferimento spaziale, ciabatta sovietica fucsiatumoredipeluche, calza non pervenuta.
"Ceni?" mi chiede velenosa.
E io medito in cinquantasette decimi netti.

"Sì, vatti a mettere qualcosa, usciamo a mangiarci della carne seria" dico io col piglio di Richard Gere.
"Whaaaaat?" risponde lei, vomitevolmente disgustata, come se le avessi proposto un bagno ristoratore nel liquame.
"Ok" - dico io, dinoccolato, scendendo l'ultima rampa - "buona brodaglia" e esco in strada a respirare l'aria fredda come un carcerato rilasciato dopo dieci anni.

Taxi, taxi.
Luci forti sul tavolo, calde e chiare, carne sanguinolenta, fried ben cotte, un paradiso.
Bottiglia giusta di Reislig Renano (non è giusta nemmanco per il cazzo, ma quella c'avevano) e Taziovich Dimitrovich Zarovich Fanculovich Coglionovich è satollo, estasiato ed appagato, solo non fosse per quel pregresso e reiterato esibir di chiappe, unghie, piedi e pelle e carnee punte, condito di offerte e opportunità rifiutate (perchè, disgiamolo, ANDAVANO rifiutate) che rivendicava insolente il suo sovrano diritto e dovere d'essere affogato nella sborra.

Mancia? Oui? Che plaisir, ma ascoltemquà, madamen, c'ho un brutt mal de schien, do you conosh qualcunà brav a far le massasgh?
Ma sgert, monsù, aspett un minut che feau na telefonè.
Che popolo, che cultura, che storia.

Brava la putta, abbronzata, occhi azzurri, testanera Schwartzkopf, liscia, profumata, anonima, gentile e premurosa, educata e materna, sorridente, che bello, manco mi ricordo come si chiama e che faccia ha, ma godere ho goduto come un facocero e poi via, alla palazzina del soviet, presto, cannetta, sedici whisky e la nanna.

Son svaccato, ebbro, nudo sotto, mazza randazza vagabonda, quando, nel torpore alcolalcaloidico della nebbia boema, nella luce gialla dell'abat-jour, compare una figura culea, braccia incrociate, ciabatte carcinomiche, faccia fecale: "Ok. What's about 1.500?" secca e disgustata.

A voi non vi mancano i soldi, amiche ceche.
A voi vi manca il cervello.
Togliti dai coglioni troia dimmerda, vaffanculo, muori.
E Morfeo mi coccola, dicendomi "sst sst sst, tranquillo…."

Del Costa nessuna traccia.
Meglio per lui.
Credetemi.

venerdì 15 novembre 2013

Desaparecidos

E poi, a un tratto, torna Momi.
Ciao, ciao, ma tu pensa a 'sta gente, compreso Gumbàcostafrate, che stanno fuori di casa per giorni e poi tornano, cazzo faranno e mentre penso 'sta cosa, ficcanasando di fantasia su dove cazzo sia stato il Momi e su dove cazzo continua a essere il Costa e il Vosco e la Alina e il Mercatoneuno tutto, il magrebino si denuda per andare a fare una doccia e minchia raga, c'ha un culo da poesia, il cazzo circonciso con una bellissima cappella più chiara e si depila, ma non a pelle, a barba quindici. Che bel maschio, mi fa tirare la minchia, ma mica posso spogliarmi e andare in doccia con lui, anche se per i magrebini si sa, ciugust is megl che uan, spessissimo, ma sono troppo spina per allargarmi qui.

Certo che la situazione è in blocco, diciamocelo.
Pensavo di arrivare qui e fondermi nella fica bavosa e invece faccio la Penelope che dipana la pelle di minchia chiuso nella palazzina sovietica. Per l'amor di dio, nessuno mi ha chiuso dentro, ma con sto freddo e 'sta pioggia, di uscire per andare sarcazzo da solo non c'ho veramente i coglioni.

La Eva non porta le calze e calza delle calzature domestiche impossibili, parto della mente di un boiardo del KGB ubriaco di vodka, da quanto fanno cagare. Però mette lo smalto e cura le unguline e ciò è buonissima cosa. Peccato che per le estive Lo Smalto, quello con le maiuscole, sia un bianco perlato che mi fa tanto terapia della riabilitazione.
Però le glasserei volentieri l'interno dita, non fosse che sono troppo spina e non ho capito un cazzo degli equilibri e non mi muovo.

La Iza oggi è MIA, missed in action, o al massimo KIA, Killed in Action, desaparecida, forse indaffarata a suggere 1.000 euro a qualche italiano mandrillo idiota.
Chissà se la Eva sa che la Iza troieggia. Boh. Magari troieggia anche lei, chi lo sa.
In slip bianchi Momi è una scultura sulla quale ammazzarsi di seghe.
Mi chiede cosa faccio stasera, ma non per proporsi, per tentare uno straccio di conversazione. Il fatto è che non ne ho idea e lui dice ok, vedrai che tra un po' il Costa arriva, tranquillo. Ah beh, tranquillo son tranquillo, specie finchè non arriva il Costa.

Beh raga, ve lo dico. O qui si sblocca o scendo in garage, prendo il Merzedesone e taglio l'angolo. Mi sembra di essere qui da sei mesi. E continua a non sbloccarsi.
Ma dove cazzo sono tutti?

Che relax

Bonjour.
Stamattina nevicava, adesso piove. Un freddo clima dimmerda.
Ieri sera sono rimasto qui, da solo, perchè il Gumbà Costa c'avevadaffà.
E ci mancherebbe, prego.
Ho mangiato con la Eva e la Iza, che ieri sera era meno facciadimmerda del solito. Conversazione ai minimi livelli, telegiornale ceco che capisci l'argomento, ma non capisci una cazzo di parola. Poi, al termine del lauto pasto a base di carne mista in brodaglia, cavolo e patate, mi sono ritirato in bell'ordine nei miei appartamenti, contando di guardarmi qualche porno, smerigliarmi un paio di seghe e coricarmi sazio di Tazio.

Alla volta delle dieci la Iza esce. Raccomandazioni (?) in ostrogoto urlate per le scale dalla Eva, due bestemmie brasate dalla Iza, seguite da uno smash del portone. Almeno mi è sembrato così. Mi sono fatto una doccia e mi sono messo il corallo con felpa blackblock e ciabattazza infradito, tirando così quasi le undici. Bourbon, cannuccia, relax e a un certo punto il sonno mi ha ammantato sulla poltrona, corallato e felpato nel silenzio del fortino sovietico da cui si sentiva solo il picchiettare delle gocce di pioggia e lo strisciare bagnato delle gomme di fuori.

A un certo punto della notte una mano ossuta scuote il mio ginocchio con l'intento specifico di disarcionarmi da Morfeo, riuscendovi.
Era la Iza, mediamente ubriacofatta, inginocchiata davanti a me.
"Sei sveglio?", a voce bassa. "Adesso sì".
"Senti vuoi scoparmi? Se mi regali 25.000 corone puoi scoparmi".
Minchia, dico dentro di me, la ragazzetta è proprio ancora una bambina da fiabe e poi moltiplico per quattro e divido per cento e capisco che la vergineillibata sta cercando di pomparmi non solo la minchia, ma anche 1.000 euro, al che le faccio presente che sarebbe un tantino fuori mercato, ma lei saltella sulle punte e arricchisce l'offerta, impreziosendola di un culo che davo per scontato nello scenario del tentativo di rapina. La porchetta allora, capendo che sembro scemo e che un po' pure lo sono, mi chiede di fare io il prezzo e penso che 200 euro sian pure troppi e divido per 4 e moltiplico per cento e le dico che per me il massimo sono 5.000 corone sane sane, culo incluso, e lei mi chiede se sono nut, massì Izmir, magari sarò anche nut, ma nel cuore della notte a rompermi i coglioni ci sei venuta tu Isabaulla, mica ti ho cercata io, per cui se vuoi chiavare fan 5.000 altrimenti togliti dal cazzo, stronza odiosa, e lasciami dormire.

Una conversazione ad altissimo livello, durante la quale il pensiero di infilarle la lingua in quel culino perfetto mi ha fatto sgusciare la cappella fuori dalla pelle del cazzo, ma a tutta la fame di fica c'è un limite e 1.000 sacchi 'sto randazzo rampazzo che glieli avrei dati. E la piccola minchiaiola torna alla carica, ti faccio una pompino per 5.000 corone ok? Ok un cazzo, per un pompino te ne do 1.000 di corone amore, non c'ho mica scritto ATM sulla fronte eh, e lei ride stizzita scuotendo la testa e guardando in aria come per dire "Ma questo non capisce un cazzo!!!" e sarà pure vero, in termini generali, ma sulle tariffe delle puttane sono attendibile, abbi pazienza Zizza, 2.500 di bocca, incalza alla disperata, no amore, 2.000 allora, oh Zinna pianta qua, cessa, abortisci, che mica ho voglia di contrattare come al mercato dei somari, affare saltato, niet, nada, zero, fine e così vengo mandato affanculo con ira ed è stato davvero indisponente vedere quella bamboccia di merda andarsene sbattendo i piedi nei bearpaw come fosse una prussiana in marcia, mavaffanculo te, testa di merda.

E così, alle quattro e ventisei minuti del mattino mi sono ritrovato privo di sonno, col cazzo scappellato, la voglia di chiavare il culo a quella troietta di merda a livello bestia e una fastidiosa solitudine complessiva.

Bella Praga, minchia.
Che relax.

giovedì 14 novembre 2013

Altolocati

Seratona varia, prima in discotecques, al tavolo vips, un posto di merds, della gente di merds, delle troie di merds, due lati del tavolo, quello dei vips, col Costa, il Vosco, la russa Alina, due armadi quattrostagioni cechi e un tizio più anziano e io non capisco che cazzo dicano, ma mi diletto a fare il Toquinho con le bellezze di merds che poi una, con la voce che quasi veniva, bella figa e non scherzo, stanga mora con gli occhi azzurri, due tette così e un culo cosà, con ditina dei piedi capolinanti really suckable, mi chiede in un inglese più che dignitoso se sono un producer italiano, al che rispondo di sì e lei mi fa scivolare un biglietto nel taschino del Canali antracite, sussurrandomi che è disponibile a qualsiasi tipo di provino e io ne tengo del bel conto, che l'avrei provinata anche nel cesso, lì, ma poi i Vips si alzano, confusione, i grupponi si ricompattano e così siamo in macchina io, il Costa, il Vosco, un quattrostagioni alla guida, la Alina di fianco, a bordo di
una specie di miniappartamento con le ruote, un Lincoln

 Navigator credo e ci tagliamo Praga come se dovessimo fare un puzzle e poi arriviamo davanti a Gennarino Ristorante Italiano e entriamo che mi sembrava di rivivere il padrino, col Costa che starnazzava saluti in calabrese come un boss della mala e tutti gli sorridevano, ma pensa te, mi son detto, sto rottoinculo si è proprio integrato e che cazzo gliene frega a lui della lingua, se non di quella dedita alla suzione del suo tozzo cazzo e passiamo nella saletta vips dove tre "attrici" delle nostre già ci aspettavano e allora vai di vino rosso e poi dopo dieci minuti arriva l'insalatiera da ventiquattro piena di spaghetti che (non poteva essere altrimenti) erano alla Puttanesca e giù di mandibola che pure io mi ero già rotto il cazzo di patate e brodosi spezzatini di "carne" generally speaking.


Clima trash, sbrago, capisco che la russa e l'armadio sono dei nostri, ma non so il perchè, ma quel che capisco è che il Costa in un pugno di giorni s'è impadronito di un cantone del secchio della monnezza e ci sguazza alla grande, poi quando s'era fatta una certa compare lui, l'Uomodimmerda, quello che ho attaccato alla parete la volta precedente e allora comincio a tessere probabili orditi del tipo: il Costa è amico di UDM, si cala, diventa suo braccio destro, si avvale dell'aiuto del Vosco per le produzioni, ma la russa e l'armadio? Boh, me ne sbatto e faccio il bis di spaghetti, poi parlottano in piedi vicino ai cessi e il gruppone si sgruppa e diventa UDM, Costa, Vosco e armadio che l'Alina viene verso di me e mi dice in inglese "ti riaccompagno a casa" e il Costa che mi dice "gumpà giabbiamo da andare a trofare un amigo lei ti ripotta accasa e ci vediamo llà".

Veramente, quest'aria da Quarto Oggiaro tinta pallidamente da Brooklyn, non fosse che siamo a Praga, mi sta promettendo delle giornate di autentico relax, che avverto proprio epidermicamente il business serio, pulito, in regola, sìsì.
La Alina mi riporta a casa con un'Audi TT rossa sbucata da dentro l'insalatiera puttanesca e guida come se dovessimo vincere un Gran Premio e poi arriviamo, vivi fortunatamente.
"Vuoi salire a bere qualcosa?" chiedo con duplice attitudine cortese-ficcaiola, ma lei mi sorride, mi bacia e mi dice che sarà per un'altra volta che deve raggiungerli e schizza nel nulla rombante mentre salgo le scale della palazzina silente, apparentemente vuota, ma alla volta del ballatoio del secondo la luce si accende e compaiono la Iza assonnata e incazzata e la Eva in pigiama che dice alla Iza di chiedermi se voglio qualcosa e io dico alla Iza che grazie, che tornino pure a dormire, che se voglio qualcosa me lo prendo senza problemi e la puttanella ostile si gira grugnendo in ceco, mentre la Cougartrash indugia sull'uscio con sorrisi che io VOGLIO leggere come ammiccanti, ma che probabilmente sono solo sorrisi di cortesia.

Mi sveglio alle sette e cinquantaquattro e tutto tace, tutto è vuoto.
No Costa, no Vosco, no Momi, no leggendarie G&A (chissà se mai le vedrò) e così scendo a farmi un caffè, convinto della mia totale solitudine e invece di sotto c'è quel trionfo di simpatia della Iza che, forte dell'assenza della Eva, mi tratta di mmerda.
Sorseggio il caffè e la guardo, che c'ha na fisicata atletica che levati, ma purtroppo c'ha un umore di merda e una faccia pure che altrettanto levati.
Cucina una poltiglia maleodorante e mi ha sputato addosso il loro caffè imbevibile perchè "Your coffeemaker is in the dishwasher" e ho capito cuore di mamma e amore della ziabella, tirala fuori e lavala, ma niente, non oso replicare.

Torno su e mi faccio una doccia, con sega, che mi si rivitalizzano le cellule e penso, giusto di sfuggita, che il Vosco e il Costa potrebbero essere morti nell'incontro con l'amigo che son andat a trofare, ma poi, dopo un po' il pensiero svanisce quando il Costamatinee entra, saluta e si va a svaccare sul letto, ancora vestito.
"Gumpà parliam dop che zo' appezz".

Ci mancherebbe Gumpà.
Mi stai rendendo questo soggiorno così paradisiaco che negarti il riposo sarebbe da ingrati.

mercoledì 13 novembre 2013

Le varianti del Tazio



E allora salve.
Niente, nella realtà, ha seguito il progetto e allora ecco che da Stoccarda, anzichè far prua per la ridente Repubblica Ceca, tic tac si gira e vai a Norimberga, Ratisbona, Linz, Vienna, Bratislavia, Brno e Praga, non senza essermi frustrato mortalmente con una figa da panico in un bordello di Vienna, tale Belline, una ungherese di 35 coi capelli corti biondi e un fisico da premio nobel per la fisica, con la quale ci siamo divertiti un bel po', imbriachelli e fumatelli. Tornando indietro la vado a trovare che mi ha così frustrato con la sua vorace anestesia al piacere che, guarda, un lavoro che non ti dico.

Insomma tiratona per niente sgradevole, passato di fianco a tantissime cose meritevolissime di visita, ma io sono privo di qualsiasi interesse verso cose che non odorino di piscia e umori vaginali, per cui mi sono limitato a dire tra me e me "ah, pensa!" sfrecciando a centosessanta sani sani.

Due giorni di viaggio e vualà, nella serata di ieri ero nella città del peccato dove un megalbergone ultrafigo prenotato mi attendeva a cosce aperte quando, vuoi per stanchezza, vuoi per distrazione, anzichè andare all'albergone che non vedevo che il lettone, telefono  prima al Costafrate.
L'ominide per l'emozione mi ha fratturato l'auricolare di sinistra, generando subito dopo un mulinello i cui effetti si vedevano pure sulle cose che mi attorniavano nel bagnato parcheggio del supermercato da cui chiamavo e bagliori di fuochi fatui si alzavano al cielo e in dieci minuti esatti, a bordo di una BMW X5 il mio calabrosaudita preferito scendeva per abbracciarmi e farmi presente, senza remissione della pena e senza patteggiamenti, quanto segue:

1. NON ESISTE l'albergo, perché finchè sarò a Praga sarò suo ospite
2. NON ESISTE che io paghi alcunchè, perchè finchè sarò a Praga sarò suo ospite
3. NON ESISTE che me ne vado a troie a cazzo, perchè finchè sarò a Praga sarò suo ospite

Detto questo mi fa strada in un meandro del centro storico dove approcciamo una discesa verso un buio budello infernale detto garage, che viene richiuso con spranghe e catene.
"Cazzo te la passi alla grande" dico indicando l'X5 "nah miga emmio è del Vosco che me lo ha imprestato per quacche ggiorno che l'Ulizz se nè ito" e mi fa il gesto di Ulisse sgozzato dai porciproci.

"Guà Tazz gi siamo zolo noi, nezzun eshtraneo che rombe i goglioni, zò tre piani e c'è ppost per tutt" e ride agitando la mano "eghemminghia, stu castello l'ho accattato io e mando mio frate in alpecc, ma shtiamo schezzand?"

Una comune.
Una stretta palazzina di tre piani, con tre appartamenti, nei quali vanno a disporsi random: il Costa, il Vosco, Iza, una sciatta zoccoletta bionda giovanissima, la mamma di Iza, Evinka detta Eva, che cura l'approvvigionamento e fa da mangiare e pulisce (…) e pare che si faccia dare anche delle fresate casuali dal Vosco che, se appassionato come me al genere Cougartrash ha un bel pezzo tra le mani, ma il Costa mi spiegherà meglio un giorno, Momi, un magrebino amico del Vosco che fa chiaramente lo spaccino, considerato anche che la Repubblica Ceca, pur considerando la droga un problema serio, al momento non lo vede come una pressante priorità, poi Gabriela e Anka, due "ragazze di vita" che erano a lavorare quando sono arrivato, insomma un suntuoso spezzatino di troie, spaccini, pappa e pornografi, davvero un ambiente stimolante, specie quando mi hanno fatto accomodare di peso a mangiare la mia "cena" riscaldata da Eva e la giovane Iza si è piazzata davanti a me seduta al contrario su una sedia, mangiando una banana che mi ha fatto indurire la minchia.

"Ma come cazzo comunicate?" chiedo al Costa mentre ingollo delle patate che diosacosa, ed il Costa mi dice che è facilissimo. Allora: la zoccoletta capisce e parlicchia l'inglese, la Eva capisce la zoccoletta, tutte e due capiscono il Vosco che parla un po' di ceco e l'inglese, Momi parla in francese, in arabo e in italiano che non gli servono a un cazzo evidentemente, ma pare che la Anka parli con lui il linguaggio universale della minchia, ma però quelle non ci sono mai, che è un peccato perchè la Gabriela parla un po' di italiano e poi è una mora figa da segno della croce e alla fine convengo con lui, è davvero facilissimo comunicare qui al Residence Vibrione.

Mentre la Iza con faccia da puttana ostile mi studia nel dettaglio accoccolata sulla sedia davanti a me, chiedo al Costa come vada il lavoro e lui mi risponde che sono pieni fin qui: film porno, siti porno, siti per scambisti, locali, bordelli, ce n'è a fottere e tutto in dollari e tutto in contanti in mano, sputa, affare fatto.
"Ottimo" dico io e lui annuisce concludendo "se solo riuscissimo a farci pagare in Marchi", al che io scoppio a ridere e gli faccio presente che il Marco non c'è più da mo', ma lui mi fa il segno con la mano corrispondente al gesto "cazzo dici frate" e mi impalca una storia surreale di una seconda moneta clandestina e parallela che vale più di Dollaro e Euro e io a quel punto perdo la connessione, che mi scatta la valvola anti-cazzata, e adagio con cura alcune immagini porno sul culo della Eva che spadellava e sciacquettava nell'antro delle pentole, pensandola a novanta, rasata e slabbrata, piena di voglia di cazzo e mi ri-tira la minchia e dico che l'aria di Praga comincia a farmi un gran bene.

Questa mattina mi sono svegliato nella mia camera dell'appartamento all'ultimo piano e non c'era nessuno in tutta la palazzina.
Aleggiava solo un tanfino di cavolo, pollo e patate, che mi sa che sarà uno degli elementi dominanti di questo posto.
Tutti fuori.
E allora mi sono smerigliato una lenta sega pensando alla Eva Cougartrash, così sorridente e così trasudante troianesimo da ogni poro.

Vosco, fattene una ragione.
Taz is in da haus.
No pasa nada.

domenica 10 novembre 2013

Tazio e l'educazione

Bonjour, piove e fa freddino, ma io sono al caldino della mia stanzona megalussona che assaporo come un pascià la colaziona.
Il viaggio è stato piacevole, quegli affaroni della Merzedez sono proprio fatti per viaggiare, accidenti. Non sarò bello, non sarà sexy, ma ti spari anche 600 Km al giorno e scendi fresco come prima di partire. Massimo rispetto al Furgo Merzedez.

Non sono esattamente a Stoccarda-Stoccarda, sono in un posto nei pressi (ahimè, ma si sopporta facile) dell'aeroporto dove si trova sia il mega albergone di catena nota, sia il bordellino noto ai puttanieri di tutta europa.
Beh, se Innsbruck era stata una totale delusione, Stoccarda si è presa la rivalsa.
Camminavo per i corridoi rossi del casino ultrasterilizzato, quando davanti alla porta di una camerella fa capolino nudissima una bionda niente, ma niente male, over trenta garantiti, belle tettine, passera napalmizzata, bel culo corposo e bei piedi.

Approccio per una curiosità economica e lei mi chiede "Sei italiano?" in un italiano perfetto che mi fa dire "Sì" e questo "Sì" fa dire a lei "Anche io, dai entra".
La porta si chiude, non si parla di soldi, ma dopo un "Spogliati dai" la vedo armeggiare attorno al carrello del bar dal quale materializza due bourbon on the rocks, brava ragazza. Per un attimo mi sono sentito come quei turisti che vanno in vacanza a Creta, ma a mezzogiorno si mangiano i maccheroni al ragù, perchè il villaggio è "italian style".

Poi si discute, vuoi l'overnight? dipende, cosa ti piace fare? tutto e a te, io di solito faccio poncio e primo canale nazionale, accidenti e se volessi un'altra stazione? non c'è problema, ma ci vuole calma, qundi ti consiglio l'overnight, ma quanto costa 'sto overnight? perchè siam compaesani ti faccio 800, altrimenti è 1000, cazzo paesana è una cifra malese, mica ce li ho, quanto pensavi di spendere amore, ma diciamo sui 200, il budget è quello, capito, son pochini per raidue sai amore? e cosa ci salta fuori con 200 tesoro? mmmh, vediamo, raiuno, poncio scoperto e mi vieni dove vuoi ma non in bocca e in faccia, posso leccarti i piedi? puoi leccarmi tutta quanta e allora vai, pronti i 200 e si parte.

Adriana l'italiana ci sa fare una cifra, me lo imbalsama e cristallizza con quella boccona capiente e io palpo e tocco e guardo, agevolato dai mille specchi ipnotici che riflettono noi nudi ovunque. Non manca la frase gradita "C'hai un bel cazzone sai?" ad intervallare il pompino tirato, devo essere onesto, con grandissima maestria. Poi si fa gomma e lubrificante e la ficcagione missionaria prende il via, reggendole strette le belle caviglie ed ondeggiando il bacino nella cosapevolezza di non avere chance di farla venire, poichè ben rodata di mestiere e anestetizzata di sensazioni.

Posizione uno e poi due, la bella Adriana galoppa felice nelle minchierie, in sella a Paracarro Volante, suo fido destriero. Mi abbandono, osservo le sue davvero eccitanti forme e sento che lo schizzone impetuoso va formandosi nei meandri dei miei coglioni, odo spermatozoi chiamarsi l'un l'altro, avverto la composizione della legione che, insolente, desidera una libera uscita e la desidera con grande violenza e così schianto l'Adriana di schiena, mi sgommo e mi sego, annusando tra le sue sensualissime dita del piede di destra e, seppur non traendone un godimento olfattivo data l'asetticità totale, ne godo il contatto, decidendo che la Legio avesse vinto e strofino la cappella su quelle dignitosissime ditina smaltate di rosa primaverile, inondandole di sborra furente, grugnendo la mia somma soddisfazione, sostenuta da un artistico controcanto femminile assertivo che mi diceva che sì, che dai amore, schizza tutto.

Il cavaliere porge alla dama l'asciugamano, guadagnandosi un grazie e un sorriso.
"Altro goccetto?" chiede soave nella sua immutata nudità alcolizzata. Ma sei italiana? Chiedo come un chierichetto alla prima gita scolastica, sì sono italiana ma non parlo della mia vita, figurati io che sono del Senegal e si ride e poi ci si bacia e lascio il bordelletto con un eccitato senso di pace serena.

E ora sono qui, docciato ma ancora pigiamato, colazionante, sotto il tic tic della pioggia sui vetri e il vuuuuuuuuuuuum di qualche aereo che va chissadove.
Più tardi andrò a Stoccarda in taxi, mi cercherò il miglior ristorante e mi rifocillerò, per poi bighellonare come il turista che sono per la bella cittadina mitteleuropea.
Non credo mi comprerò una Porsche, no.
Forse rimarrò qui per un po', forse sì, forse no, non lo so, ma tanto nessuno sa dove sto, per cui a cazzo mio farò, che ieri notte ho intravisto un culo nero come la cioccolata, ornato di una sottile catenina d'oro ai fianchie e quando l'Africa chiama Tazio, normalmente, risponde.

Perchè Tazio è educato.