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martedì 3 gennaio 2017

I bidoni dell'umido del condimino Rosina

Un no è un no e, quando un no è un no, ti siedi vicino ai bidoni dell’umido del condominio Rosina e consideri che mai, ma dico mai, in vita tua hai supplicato qualcuna perché si rimettesse con te e vaffanculo tutti, amici, amanti, puttane, bar, beghe e seghe di ogni genere e tipo e decidi di schiodare il culo da quella fogna merdosa in cui vivi, decidi che non lavorerai mai più, che non ti innamorerai mai più e che è ora di dedicarsi alla ricostruzione di una reputazione, fatta di una valorizzazione leggendaria dello straordinario pezzo di cazzo di porco crudo che ti pende tra le gambe, donandogli l’aura del mito che merita, centellinandolo solo verso le elette all’Olimpo dell’orgasmo interplanetario, umane selezionate ai piaceri della carne 3.0, dotate degli arcinoti requisiti fisici che alimenteranno il Golem di carne e vene e pelle che dovrà diventare famoso con il nome di battaglia de “il Carnazzone della Bassa”, così come fanno i pugili.

E così il Natale passa in meditazione erbatica solitaria, così come l’ultimo dì dell’anno merdoso, ma senza dolori, assenze, modelli fantasiosi del Mulino Bianco irrealizzabili, ma semplicemente così, come giorni del cazzo qualsiasi, che come precipua caratteristica hanno quella di costringerti a comperare le sigarette all’automatico e nessun’altro disagio.

Sigarette e preservativi, anche, per la prima volta in vita, perché la BiondastraRossastra Cavalla, pescata senza esca né amo in farmacia a Fecazzone ai primi di dicembre, vuole il goldone per far Cervo Cornuto di stile MultipalcoMultintarsioImperiale il marito Becco Imbecille e io indosso, certo che indosso, perché le sue minute tettine sgonfie, dai piccolissimi capezzoli irti e rosati e i suoi piedi di corpo robusto e dita separate, meritano l’erigersi del Carnazzone Assassino della Bassa.

E per ora è tutto qui, in una gelida mattina nebbiosa che solidifica il condominietto anni ’70 di Taziopolis Nueva, paesino mai cagato finora, ma che sembra promettere la tranquillità che merito.
E poi c’è erba buona, robusta, che supererà l’inverno.
In attesa di pianificare un’evaporazione d’oltreoceano, forse.
Ma per ora mi dedico agli umori aciduli della Cavalla BiondastraRossastra ed al suo vorace desiderio di infedeltà.

Buon anno a tutti.