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sabato 5 maggio 2012

Over the phone


Suona.
“Ciaooo Taz… come stai? Che bello che mi hai chiamata…”
“Ciao Skizza…”
“Cosa fai di bello?”
“Indovina…” con voce bassa da maniaco.
“Cazzo no Taz… giura… “ con sorridente voce bassa da complice del maniaco.
“Sei da sola lì?” leggermente ansimante.
“Sì…” sempre sorridente.
“Vedessi che bestia che c’ho in mano…è scuro di sangue…” rantolando compiaciuto del tronco di minchia che mi spupazzo “… te la troncherei nella fica se fossi qui...”
“Madò Taz… così non lavoro più…” soave, quasi gorgheggiante sotto voce, sofferente.
“Allora fammi compagnia bimba… fallo con me…” strozzandomi la verga di marmo.
“Cristosanto… Taz…”
“Che cazzo che mi tira tra le gambe Chiaretta…”
“Sei nudo?” chiede timida sottovoce e sento rumori e movimenti.
“Totalmente… col cazzo duro in mano… e le tue foto sul video…”
“Che porco…”
“Sì, un gran porco…”
Respiri. Silenzi.
“Me la sto toccando…” dice una vocina lontana lontana.
“Dimmi come fai, come sei, cos’hai…” risponde la mia voce di porco.
“Mi sono abbassata i jeans e le mutande… non sono nuda… giusto per entrare con la mano…ho voglia Taz...”

Felicità è godere con la Squinzy a milletrecento chilometri di distanza.
Mi manca.

Il lungo post dei lunghi piaceri


La serata al Circolo volge al termine.
Un venerdì pigro, come ogni venerdì. Milly sosta in corridoio, chiacchierando col Giovanotto Solitario.
La raggiungo e la saluto. Mi accarezza sorridente il viso, dicendomi che non sperava di vedermi e che è contenta della sorpresa.

Mi prende sottobraccio e camminiamo sino al Salone Principale.  Inquieta non c’è, è già andata via. Me lo dice con un guizzo negli occhi. Le verso da bere, mi chiede come sto. Come sto. Già. Come sto?
Le accarezzo le natiche sopra il vestito nero di organza di seta. Credo sia una risposta esaustiva.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro, in una tirata sintetica senza pause, la mia visione della scena mai vissuta, di lei non lavata e discinta come una vacca da postribolo decadente, delle sue sudice infradito e dei suoi piedi da leccare, del pavimento della sua cucina, di Habana dietro di me nudo, carponi, che le offro culo, coglioni e cazzo da mungere.

Occhi sozzi, sorriso affilato, sopracciglia che si sollevano e si riabbassano in un guizzo maligno.
“Vai di là e fatti dare da Haby un accappatoio e aspettatemi… ne avrò per poco… cercate di resistervi… non vorrei dovervi punire entrambi se vi colgo a copulare…” sibilato a un millimetro dalla mia bocca. Profumo di whisky e nicotina mescolati a un parfum dolce, sensuale e lascivo.

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Lecco. Nudo, oscenamente inginocchiato su quel deprimente pavimento fatto di piastrelline dal colore ospedaliero. Lecco le stringhe di gomma dozzinali, con la lingua piatta, sentendo la pelle nuda ai bordi. Succhio le dita della Padrona, godendo del profumo della sua pelle sudata che muta tonalità allo spargere della mia saliva. Lecco e succhio. Succhio le dita una ad una, lecco la suola della ciabattina estiva impressa dell’impronta scura del suo sudore mischiato alla polvere e allo sporco. Strofino la faccia bagnandomi le guance. Spingo all’infuori il culo come una puttana, offrendo alle sapienti cure di Habana il mio buco del culo ed i miei genitali.
Milly fuma, lenta, compiaciuta, puzzolente tanfo di sigaretta popolare francese che mi eccita.
Sollevo lo sguardo, di tanto in tanto, per cogliere il suo piacere.
Le dita di Habana si fanno strada dentro di me, la sua mano impugna gentile il cazzo, mungendo, tirandolo verso il basso, piegandolo all’indietro. Unghie che graffiano appena, strozzature esaltanti, lingua leggera, dita che allargano, due, tre, quattro.
Mi deformo la bocca accogliendo tutte le dita di Milly, che si muovono sensuali sulla mia lingua ed il mio palato. Olfatto, gusto, vista, tatto e udito.

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Mentre dedico tutto me stesso a leccare la fica pelosa di Milly, Habana indossa quello strapon nero. Talmente grosso da fare paura e gola allo stesso tempo. Milly me lo fa sbocchinare e la cosa mi eccita. Mi chiama lurida troia, perché lo sa bene che godo ad essere chiamato così. I capezzoli di Haby sono stretti, duri, sporgenti. Succhio, sono la loro lurida troia. Non voglio altro.

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La Dea Nera mi agguanta saldamente per i fianchi mentre ficca veloce nel mio culo. E’ delizioso, sono in delirio, in coma, in estasi. La sento ansimare dall’eccitazione. Milly mi graffia la schiena, mormorando che adora vedermi sotto. Sotto. Sì, voglio stare sotto come una lurida troia in calore. Mi tira per i capelli guidando la mia bocca verso la sua fica. Milly adora che le si lecchi la fica. La fica e il culo. Incita Haby a sbattermi più forte e io sento il mio buco teso bruciare caldo come poche volte l’ho sentito in vita.

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Una macchia di lucido sudore tra i seni di Haby la rende ancor più irresistibile. Mi ricopro di gel lubrificante il cazzo, mentre Milly sale su Haby impalandosi la fica con quel cazzo finto gigante. Resta curva su di lei, aspettandomi. Mi sistemo e le entro nel culo. E sincronizziamo il movimento, l’onda, l’andatura. La carne nel panino. Mi lampeggia nella mente quella frase della Ade. Sudiamo tutti e tre, godendo, faticando intensamente per dare alla Padrona il piacere che merita. Odoriamo di umanità sudata, lurida.
Godiamo senza freni.
Mordo la spalla di Milly che laida bestemmia dio sotto voce, gradendo, incitandomi a morderla ancora.
Le mordo la nuca, inculandola forte. Come un leone fa con la leonessa e Milly sbava di godimento.

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Un urlo nella notte, un rantolo osceno, turpiloquio irripetibile, blasfemia che mette in imbarazzo anche me.
Poi carezze, capelli sudati appiccicati alla faccia macchiata di trucco sbavato, denti felini che sorridono la soddisfazione, baci, saliva, fiatone. La Padrona è venuta ed ora si scioglie nell’umano degrado molle del dopo. Rimaniamo io e Habana, serpi arrapate, fedeli servitori dei piaceri carnali della Bestia, a guardarci, a sperare in un segno indulgente della Miss appagata.
Milly sorseggia dell’acqua, nuda, in piedi, accanto al letto su cui giaciamo io e la Bella d’Ebano, incapaci di non tormentarci ciascuno i propri genitali, pendendo dalle labbra della Belva.
“Sbranatevi” impartisce secca, dopo aver acceso una fetida Gauloise.

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La lingua nel culo. Gliela spingo divaricandole le natiche, assaggiando i sapori amari esotici ed erotici di quella Bambola di Carne Nera. La voglio ripagare del godimento anale che mi ha regalato e la inculo. Forte, sentendo il cazzo che brucia mentre le violo il buco scuro, godendo del suo urlo di piacere. Ficco nell’intestino bollente, estasiato dalla sensualità della sua schiena e della sua testa nuda. Lecco pieghe tenerissime, sudore salato, pelle del cranio unta e lucida. La abbraccio sbattendole il cazzo nel culo, cercando di generare tenerezza nell’abbraccio al suo corpo e violenza deliziosa negli affondi isterici. Mi piace, mi fa impazzire, sento le sue mani lievi che mi carezzano la pelle mentre abuso, svangandolo, del suo ano.

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La Miss giace accanto a noi, fumando, godendo sgualcita della bestialità di quell’amplesso furioso. Non smetterei mai di scoparla, è una Divinità Nera, sovrannaturale, stupenda. La lecco ovunque, la assaporo ovunque, mi sciolgo nei suoi occhi scuri che mi raccontano quanto le stia piacendo essere trafitta a quel modo. Sudata, lucida, odorosa, saporita. Le lecco la sommità del cranio, non riesco a resistere e lei mugola di tenero piacere quando la mia lingua lascia una scia bagnata sulla sua pelle. La faccio urlare battendo i pugni due, tre, quattro volte, resistendo, sentendo una voragine gonfia aprirsi dentro al cazzo, ma non smetto, ficcandomi in bocca i suoi piedi, fino al momento in cui non posso più non cedere.

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Esco impugnando il cazzo e la Bella di Ebano scatta felina e si accoccola ai miei piedi, chinando il capo ad indicarmi dove vuole essere colpita dal mio seme rovente. Strofino la cappella su quel cranio sensuale e poi strozzo veloce e macchio di lattiginose gocce abbondanti il suo capo, con lei che mugola piacere sottile  e Milly sorride mormorando un “aaah” gutturale di stupito piacere. Le dita di Milly spalmano lente, mentre io mi chino ad abbracciare la Dea Nera, leccandole via dal cranio ciò che le ho spruzzato. Le sue dita mi accarezzano lievi e i suoi occhi sono chiusi. La bacio. Guardo Milly. Stringo Haby. La annuso. Accarezzo Milly che si avvicina all’abbraccio mormorando in inglese, per essere sicura che Haby comprenda, che sarò l’unico Maschio con cui avrà facoltà di accoppiarsi. Un regalo sublime, la ringrazio baciandola.

Superba serata. Superba.

venerdì 4 maggio 2012

Bestia notturna


Ma perché di venerdì? Perché qualcuno si prende sempre la briga di rompere il cazzo di venerdì? Domani è sabato, poi c’è domenica, ma non possiamo parlarne di lunedì? Che tanto se c’è da fare del lavoro, sempre di lunedì lo si farà. E invece no. Gente di merda.

Comunque ora è finita. Tutti a casa. Finalmente.
Adesso ci vado anche io, a casa. A farmi una doccia e anche una sega pensando a ieri sera. Le tre Grazie Musiciste mi hanno davvero arrapato come un muflone. Cazzo se me le sarei scopate tutte e tre.
E, secondo me, la Violinista cavallona di culo scopa bene.
Però non devo perdere la concentrazione, non devo divagare, devo mettere a punto le idee.

Devo decidere. E devo farlo ora.
Perché dovete sapere che a pausa pranzo, mentre ingurgitavo dei sandwich orrendi, ho mandato un messaggino crudo, asciutto e violento alla SquawMarina.
Così, per saggiare la consistenza delle sue grandi labbra. Per vedere come reagiva.
Le ho scritto questo: “Sono affamato e ho voglia di carne cruda da divorare. No ti sarai mica dimenticata di me, vero?” che mi pareva sufficientemente orientato e foriero di sozzerie a base di corde, rotelle e piscia.
E la cagna bastarda in calore, seppur dopo un discreto tempo, mi ha risposto.
“Scusa il ritardo, posso solo ora. Mi ricordo benissimo di te io dimentico solo le cose sciocche”
Liturgie classiche, pseudo intense, con risvolti intimistici di sta mazza randazza.

A questo punto, la decisione. Io non messaggio più, non sono una patronatina griffata frigida. Io se messaggio le comunico luogo, ora e come deve venirci vestita. Ma il punto non è questo. Il punto è: sono proprio sicuro di volermi adattare alla regole di scambio di Inquieta? A parità di sforzo è meglio concentrarsi a preparare la Squaw, introdurla, sopportare troiate e cagate, oppure è meglio sgattaiolare dietro la pattumiera coi topi e la spazzatura e agganciare Svetlana fuori dalla casa e montarla nel culo sino a farle perdere la voce a furia di gridarmi in russo che ne vuole di più?

Perché ieri sera, quella Mente Maligna della Milly, mi ha fatto cadere alla colombella un’informazione mica da poco: nel più ampio discorso mi ha detto in quale palestra va ad allenarsi Svetlana. Certo, direte voi, ma mica puoi metterti lì davanti alla palestra tutto un giorno a farle la posta. E io vi risponderò che è vero, ma poi aggiungerò che non è affatto necessario, poiché in una precedente colombella liberata dalla Sordida Milly, ho saputo che Inquieta è una rompicoglioni impressionante: se Svetlana non torna dalla palestra alle sei in punto la vecchia puttana scatena il casino. Facile no? Milly è diabolica: da un canto mi sconsiglia di insidiare l’infoiata servetta amazzone della vecchia di merda e dall’altra mi sgocciola due info per andare a braccarla da solo.

Non posso, non posso prendere decisioni strategiche quando sono stanco, non ho tempo a sufficienza e continuo ad avere negli occhi il culo di Habana avvolto in quella tunica bianca. Merda. Ho una voglia di leccarle il buco del culo sudato, con tutta quella bella pelle nera liscia, calda, odorosa di Regina d’Ebano.
Mi spaccherei una sega anche adesso.
Calma, ci vuole calma. Calma sovrana. E ordine.

Nessuna decisione. Non oggi. Sono troppo arrapato, troppo stanco e troppo scazzato.
Vado a casa, mi faccio una doccia e una sega, poi mi vesto e esco a mangiare. Vado alla Solita, che è un pezzo che manco. Così mi sparo due chiacchiere con la Marghe, tiro le dieci e mezzo e poi vado al Circolo. Tanto è venerdì e non ci sarà nessuno, se va come va sempre. Tiro la chiusura e poi mi invento qualcosa per farmi sollazzare il Grancazzo Rampazzo che mi ritrovo da quelle due dee del sesso sudicio: Milly e la sua Troia di Ebano.
Cazzo sì.
Ho voglia di essere divorato.
Ho voglia da bestia.

Erotismo artistico


Lo sapevo. Milly non va sottovalutata. Può avere dei momenti di cedimento, ma chi non ne ha?
Ma se cedere è da tutti, risalire la china con gagliardo piglio è da pochi.
Che serata raffinata, che serata raffinata. Ne sono ancora autenticamente entusiasta.

Nel Salone Principale, dove finalmente la polverosa Inquieta è stata spodestata, una Violoncellista, una Violinista ed una Pianista hanno eseguito musiche di Bach, Fauré, Dvorak, Sibelius, Gounot ed anche un arrangiamento di Vivaldi per pianoforte.
Sublime.
Sublime anche, seppur non solo, perché le tre giovani Maestre hanno eseguito completamente nude.

Durante l’esecuzione dell’Ave Maria di Gounot sono stato avvolto da una suggestione mai provata prima: l’erezione impetuosa, il desiderio sessuale, il godimento nell’osservare l’intimità esibita dei loro corpi, i loro privati dettagli, le loro forme, si sono mescolati con la l’arte e con la musica eccellentemente eseguita.
Arte e carnalità unite in un insieme sconvolgente, fatto di tinte tenui e sfumate e visioni crude ed attraenti. L’artista sembra essere uno di noi, ma invece è diverso, superiore, eletto.
Nude Creature apparentemente comuni creano melodie che culminano in orgasmi uditivi che richiamano il desiderio impellente di concomitanti orgasmi carnali. Corpi nudi. Arte fluida. Cibo per l’anima e i sensi. Potenza pura.
Esperienza ultrasensoriale.

Scomposizione e ricomposizione del concetto di esibizionismo, abbattimento dell’oscurantista barriera che separa un esibizionismo buono, fatto di arte e talento, da quello cattivo, fatto di carne e sesso. L’artista ha esibito il proprio talento ed il proprio corpo, in un’implicita ammissione che il piacere istintivo dell’artista verte sì attorno all’arte che esprime, ma è anche fatto di compiacimento nell’esprimerla, di godimento nel vedere se stesso che la estrinseca.

Che meravigliose Ninfe.
Che meravigliose Muse Erotiche.
Che eccitazione nuova, che propellente inusuale.

Questo deve essere il Circolo.
Chapeau, Milly.

giovedì 3 maggio 2012

E' praticamente venerdì


Basta. Sono stanco morto ed ho gli occhi bolliti. E non per aver fissato le mirabolanti falangi nude della Betta, che ne sarebbe valsa assai di più la pena, ma per aver disegnato tutto il pomeriggio, che certe volte si fa prima a mettere giù delle bozze grafiche da far sviluppare a Matt che a tracciargli verbalmente sentimenti ed idee e sfumature e sensazioni e feelings e cazziemazzi.

Ora andrò a casa a toelettare questo stupendo corpo di maschio mozzafiato, procedendo quindi a sfamarlo all’Osteria Quellanuova per poi menarlo a rilassarsi, com’egli e la sua creativa mente geniale meritano, presso la Casa del Deliquio Perverso di Miss Milly. E dove altrimenti?

Sono anche molto compiaciuto ed orguogliuoso del ruolo di consigliere della reinassance di quel luogo del peccato. Non vi nascondo di avere la certezza di essere in grado di imprimere con straordinaria coreografia (che sono un genio creativo di imbattibile talento, l’ho già scritto?) un nuovo corso raffinato, prelibato e di alta classe al mio amato Circolo Vizioso.
Oh!
Circolo Vizioso!
Che gustoso giuoco di parole!
Che raffinato conversatore ricercato, questo genio creativo di imbattibile talento!

Ma ora basta, le chiacchiere stanno a zero, cut the craps, come dicono i Lord della Camera inglese.
Vado a lavare il sudore creativo e poi mi avvio per la mia notte di tregenda.
A domani orsacchiotti e orsacchiotte.

Oscuri pensieri

La sudicia scoperta


Correva l’anno 1992.
Fu per pura curiosità, la prima volta. Si sapeva benissimo che in quel tratto del fiume c’era una discreta densità di maiali che andavano là a segarsi, singoli od in gruppo, spesso favoriti dalla vista di coppie esibizioniste che stabulavano nei paraggi cercando di scatenare la falegnameria selvaggia nei maiali o cercando altre coppie, o singoli, o singole, pari requisiti.
E così, per pura curiosità, un bel pomeriggio di agosto vacanziero ci andai anche io. Per vedere se era vero e come funzionava. Vestendo i panni dell’observer, insomma.

Arrivai in quello che mi pareva tutti indicassero come quello “caldo” e col mio asciugamanino ed il mio bel costumino (rigorosamente Speedo da una vita, perché ci sono regole gay alle quali non mi sono sottratto mai) mi piazzai a vedere cosa succedeva. E fu una rivelazione. Una rivelazione che mi sconvolse, perché imparai cose sul mio istinto che non conoscevo e che erano ben prepotenti.

I due signori erano nudi. Completamente e totalmente ed assolutamente nudi. Entrambi sulla quarantina. L’aspetto fisico, i canoni della bellezza che all’età di poco più di vent’anni erano basilari, divennero come d’incanto superflui. Assaporai il bacio dolce di caramello della seduzione. Fui folgorato dalla sfrontatezza, abbagliato dalla crudezza del nudo ostentato, provai eccitante vergogna e sdegno. Non facevano nulla per nascondersi, ma al contrario, facevano di tutto per mostrare. Mostravano a un tizio che sedeva poco in là, anch’egli nudo, seduto sul suo asciugamano, che si masturbava. Una liturgia che ben presto imparai nelle sue più intime sfumature.
Nuda. Era nuda. Quella madre moglie zia signora era tutta totalmente nuda, con quell’insolente triangolo peloso e quei capezzoli larghi e stupendi. Nuda.

E si dimostrava avvezza  ad avere accanto, poco in là, un giovanotto che si masturbava. La signora madre moglie zia era adusa a sostare in prossimità di sconosciuti che si masturbavano guardandola, senza nessuno sdegno, ma con surreale naturalezza e calma pigra, compacente, osservando cotanto smanettare come si osserverebbe un pattino al Lido degli Estensi.
Compiacente abitudine, agio nella situazione oscena. La signora madre moglie zia non era quel monumento di adulto equilibrio che si poteva credere; era carnale, umana, amorale ed esibizionista. Quali pensieri passavano per quella mente di moglie madre signora zia quando la si incontrava al mercato con le borse della spesa, apparente icona stabilizzata dell’evoluzione della vita verso roccaforti di equilibrio saggio?

Seduzione fiammeggiante, spiazzante, desiderio di ricambiare quella cascata ormonale bollente e gelata che mi veniva indotta con la stessa moneta, voglia di insudiciarmi di adulte porcherie, voglia di essere deprecabilmente osceno, sapendo di essere apprezzato proprio per la mia deprecabile oscenità.
Voglia di osare l’inimmaginabile sapendo che sarebbe stato non solo tollerato, ma goduto.

Via il costume, bollente desiderio di essere visto, la mano che corre e accarezza, la durezza gonfia e svettante, guardatemi amici, guardatemi, sono nudo, in pubblico, come voi, sono eccitato, non ne faccio mistero, ostento la mia intimità, mi masturbo godendo di farlo dove non si deve e davanti a sconosciuti, guarda, signora madre moglie zia, guardami il cazzo duro.

E quel capo che si gira, quella mano che si appoggia alla fronte per frangere i raggi del sole, che soddisfazione, mi guarda, sta guardandomi il cazzo che impugno come uno scettro ed il cuore va a mille quando la signora madre moglie zia si accarezza la pancia guardandomi molle ed oscena, schiudendo le gambe per mostrarmi la fessura bollente e il marito compiaciuto le accarezza i morbidi seni materni e parlottano e lei sorride e scambia opinioni con lui, mentre apro le gambe e schizzo godendo di staffilate violente nel midollo spinale, che una nuova era si è avviata, una nuova verità è sancita, non v’è dubbio alcuno, sono un porco esibizionista e guardone e mi piace e sguazzo e godo nel sudiciume delizioso di questo antro privato e segreto che sono pronto a mostrare a chiunque.

Ricordi meravigliosi.