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sabato 27 ottobre 2012

A Saturday in London


Ma che bella seratina

Come sculi, tutta nuda, bella scalza, nella spa dei porcelloni, ma che bella, puttanella, come sculi, che bel culo, lo fai apposta, gran troiona, io ti adoro, che bel culo, poi ti siedi a gambe aperte, col sorriso da maiala e ti chiedo se ti piace e mi dici che ti piace, con le gambe spalancate che chi vuole te la guarda ed il cazzo mi si intosta e ti appoggi un po' all'indietro per offrirla ai pervertiti, la tua fica, il sacro buco, ma che troia, sei una dea, poi arriva quella coppia, lui un bel manzo, lei un po' Meg Ryan, con la passera rapata, un po' sfiorita, mi fa sesso, le ditina dei piedini, piccolina, puttanina, chiacchieriamo, me mi tira, le accarezzo la schienina, lui ti tocca le tettine, tu mi guardi, cosa dici?, dico sì e tu che dici?, che c'ho voglia di ammucchiata ed allora ci spostiamo, ci muoviamo là di dietro, la dry area, i lettoni, ci stendiamo senza un fiato e la biondina mi si abbocca e il bel manzo te la tocca e tu mi guardi e io ti guardo, non resisto dalla voglia di vederti trapanata da quel pezzo di brasato, che bellezza, che sozzura, ci incastriamo come bisce con due facce sconosciute, c'abbiam voglia di maiale, pelle e carne, fica e cazzo, culo, tette e bei piedini, che trionfo di profumi, fiati, gemiti ed occhiate, poi le lecco la bernarda mentre tu gli succhi il cazzo, che sollazzo, che goduria, via in un bel sessantanove, la biondina mi fa sesso, c'ha la fica profumata e la bocca assatanata, succhia come una vitella, lui ti piace?, c'ha un bel cazzo, duro duro, me lo voglio proprio fare, sei una troia amore mio, sì lo so mio amato porco, la biondina mi preserva, tu preservi il gran bel manzo, poi lo schieni e lo cavalchi, sbatti il culo sulle palle, è sublime, è lussurioso, stai chiavando chissà chi e ci godi da maiala, io le pianto il mio Tarello nella piccola fichetta e lei sussulta, sbava e gode, si tortura le tettine, ficco e chiavo da maestro e ti guardo e tu mi guardi, ma che grande puttanona, sei stupenda, sbatti e salti, ma ad un tratto, che disdetta, il bel manzo viene in fretta, cazzo Skizza mi dispiace, non temere Tazio amore, sarò lei a pagare i danni e tosto molli il barbagianni e ti accomodi seduta sulla bocca di Meg Ryan che, frociona, te la lecca e io la sbatto e tu che godi, ci teniamo per le mani, che gran troia! come la lecca!, esordisci porca e soave, poi mi esorti a violentarla, a perforarla merciless ed io eseguo, mia padrona, poi si cambia, olè, oplà!, che ti allungo il salamone mentre Meg si fa leccare e il barbagianni, a bordo ring, si strapazza la minchietta rammolita che vuol esser, giustamente, anche lui della partita, dai sfigato, fallo tirare che la Skizza è un po' in calore e se ti diventa duro le facciamo il servizietto, tu la fica ed io il retto, dai sfigato, che tua moglie sta venendo sotto i colpi appassionati della lingua del mio amore e poi Meg giace sorridente, abbracciata al suo cornuto, ed il pubblico è assiepato, in piedi, attorno e pure stesi, mentre io rientro nei ranghi e chiudo i giochi societari, ficco a mille la mia troia e la annego di piacere riempendole il sedere, mentre Meg e il barbagianni ci accarezzano le pelli e poi il getto dolce e vischioso si sprigiona dalla fica e pur'io sborro felice e poi cadiamo, rossi e sudati, col fiatone, venti mani che ci toccano, curiose esploratrici, ma che bella 'sta Inghilterra, chi l'avrebbe detto mai? e torniamo verso casa, tenendoci per mano, ridendo e ripassando ogni singolo momento, dimmi Tazio, siam scambisti?, chiedi rossa e ridanciana, siam due bei porci ruspanti, due italiani maialoni in un'isola felice, ti amo Tazio, anch'io Chiarina.
Ma che bella seratina.

venerdì 26 ottobre 2012

Arte collaborativa

La Skiz me l'ha fatto tirare, io mi sono messo in posa, lei ha fatto la foto, io l'ho postprocessata.
L'amore si fa arte, eccovi Mastro Tarello Gouache.


Friday

Piove, fa ancora buio, ci sono sette gradi, comincia a fare frescone.
Sono molto felice di non dovermi vestire ed uscire per andare a lavorare. La mia pigrizia trova soddisfazione in queste giornate londinesi. La Skiz mi ha chiesto perchè non prendo il tubo e vado nella city, a visitare, a vedere e io le ho chiesto se corre voce che tutte le bellezze monumentali stiano per lasciare Londra e lei ha sorriso e mi ha detto che certo che no e ci siamo capiti, perchè io resto io anche a Londra, mica divento un altro.

Questo giardinetto, che poi è una pezza d'erba, racchiuso tra muri di pietra bagnati mi infonde una sensazione cimiteriale che può addirittura essere eccitante. Ci vedo la Skiz a camminare nuda, sotto la pioggia, coi piedi sporchi di terra ed erba, i capelli bagnati, i capezzoli chiodati, scuri, ma magari più avanti, d'estate, che adesso la polmonite è un add-on di cui non si sente l'esigenza. 

Oggi è venerdì. La Chiara finisce alle cinque, di venerdì. E questo è molto bello.
Stasera fuori a cena e poi a insudiciarci con qualche bella massaggiatrice porca. Non suona romantico? Io lo trovo sublime.
Tra poco il rendez-vous Scaippiano con la Bettina, aggiornamenti sul nulla e poi imbastirò la mia pigrissima giornata.
Ma con calma, con grande calma, con serafica calma.

La tipa del Club Oscuro doveva chiamarmi per l'incontro conoscitivo e non l'ha fatto, contrariamente a quanto assicura sul sito. Ma sì, ha fatto bene, di tipi come me ce ne sono a migliaia e di club come il suo pure, perchè affannarsi? Troveremo entrambi ciò che cerchiamo, senza ansie, che fuori fa freddo e poi piove.

Se avessi della farina in casa preparerei i pancake. Se avessi dello sciroppo d'acero e della farina, direi. Beh, ecco qui che sorge il primo task della giornata: approvvigionarsi di farina e sciroppo d'acero.

Tra poco la Skiz si sveglierà, scenderà le scale in uno stato preoccupante, grugnirà un buongiorno con un alito da carrettiere e gioirà del mio sublime caffè e delle sublimi fette di pane tostato che ho già preparato, da buona mogliettina sporcacciona.
Belle 'ste giornate.
E poi oggi è venerdì.
Bonjour.

giovedì 25 ottobre 2012

Pasta e broccoli e pensieri strani

Buonasera amisgi ed amighe che numerossi mi seguite da cassa, sono rientrato recante sacchetti di carta giallastra ripieni di ortaggi di stagione, poichè stasera mi cimenterò, con straordinario successo, nella collaudatissima pastebbroccoli di Sir Tazio, che farà godere le labbra buccali della Skizza, ma anche il forellino inferiore, che emetterà piacevoli, gioiose, allegre ed odorose scorreggette per tutta la deliziosa serata.

Mondo i broccoli romani e mi chiedo incessante: ma perchè la Skiz non si trova un lavoro lautamente retribuito e mi tiene come stallone e stalliere in questo nitotammmore londinese? Spolvererei in autoreggenti e slipper con la piumina di struzzo e cucinerei nudo con solo il grembiule, tutto depilato e ricoperto di olio di mallo di noce che mi darebbe anche quella nuance d'abbronzatura non volgare.

Mondo i broccoli e dalla finestra, incautamente lasciata aperta, fa incursione un odore di una cosa fritta, probabilmente resti umani, probabilmente i resti del capro sacrificale del sabba infernale di questa notte, probabilmente la traccia olfattiva di un orrido incidente consumatosi nella casetta accanto, la casetta della cavallona-agè-scopabile-Sybian-munita, ma molto più probabilmente ed anche tragicamente, il "profumo" della cena che la cavallona cavalcante sta imbastendo al marito.

Mondo i broccoli e mi sento bene, molto bene, li faccio a pezzetti e poi affronto la patata, che è sempre un gran bell'affrontare, la depilo, la lavo e la taglio longitudinalmente a croce per due volte e poi, tenendola insieme con la mano del diavolo, la scubetto e la lascio là, smembrata ed attonita, assieme alle spoglie mortali del povero broccolo.
 
Alle diciotto e trentun minuti esatti l'agenzia chiude, la Chiaretta scende e va a prendere il primo tubo, poi cambia, scende, prende il secondo tubo e arriva alla stazione, cammina per dieci minuti ed entra in casa a mostrarmi la fessurina odorosa circa alle diciannove e zerodue. Dopo averla ingollata di lingua e palpata volgarmente, apostrofandola con epiteti riferenti alla sua indole sessuale, metterò su l'acqua per i broccoli con patate che mi ci vanno un venti minuti tra tutto, che volendo un pompino ci scappa serenamente.

Per cui ora sfiletto le acciughe e le taglio a pezzettini finissimi, facendo attenzione a togliere le spinine con una pinzetta con cui la Skizza si strappa peletti ribelli dal perineo, avendo cura di NON lavarla nè prima nè dopo e penso. Penso che, contrariamente a quanto possa sembrare il nostro rapporto, squilibrato per età, esperienze e disagio mentale del sottoscritto, io amo profondamente quella puttanella intelligente e speciale e che sì, cazzo sì, io me la sposerei e lo scrivo senza pentirmene affatto. Me la sposerei.

Scamicio l'aglio, scegliendone con cura gli spicchi più ciccioni, due spicchi e nulla plus. Lo so, sentir me parlare di matrimonio fa andare in fibrillazione cardiaca i paracarri di cemento, però pensanteci amisgi, cosa ci rende differenti? Nulla, nulla, nulla, abbiamo le stesse deviazioni artistico-comunicative, ci incannelliamo come dei lama in un party di dromedari, siamo maiali fino al budello merdoso e ci amiamo, ci amiamo e ci amiamo.

Il casino del peperoncino fresco, che qui costa appena più della cocaina al grammo, è che devi togliere le costolette e i semini, ma poi, una volta ridotto a striscioline e battuto a coltello, hai voglia a dirmi che quella polvere che sembra fard e che tutti chiamano paprika è uguale, hai voglia.

A proposito di voglia, devo confessarvi che lo smog londinese mi giova assai nei tempi di risposta. Per esempio, prima ho pensato che solamente un muro separa me, maschio, caucasico, suino, da una femmina bianca, vikinga, godereccia (c'ha il Sybian, le piacerà godere no?) cioè, in altre parole, due paia di mutande, due paia di pantaloni e poche sciocche pietre sono tutto quello che impedisce al mio Boa Penetrator Rigidus di scivolare nella buia tana umida della mia cavallona vicina e, mentre formulavo il pensiero, allo scappellamento dell'inizio della meditazione è seguita una blanda erezione che mi sono affrettato a stimolare sfregando l'uccello sul bordo della cucina e mi sono detto, vecchio Tazio, vecchia troia, vecchio culattone marcio, sei tornato, ci sei, sì.

Peso la pasta, duecentcinquanta che taci che la bilancia c'ha la gradazione multipla, perchè da solo non ci sarei mai arrivato a dire di getto che due buoni piatti di pasta pesano 8,83 Once Troy. Troy, curioso questo termine. Uno di quelli che preferisco.

Tutto è pronto, basterà soffriggere peperoncio e acciuga in un pò d'olio d'oliva che si insaporirà con l'aglio scamiciato, togliere broccoli e patate dall'acqua con la ramaiola e porli nella padella soffriggente, mantenere l'acqua di cottura del broccolo che NON si butta, guai a voi, perchè serve a cucinarvi la pasta, che verrà tolta a tre minuti dalla cottura, verrà unita nella padella e spadellata a morte, quindi impiattata, irrorata di poche gocce di olio evo e spolverata con abbondanza di pecorino romano che, qui a Londra, costa molto di più della cocaina al grammo.

Quindi goderne a piene fauci.
E' così che funziona: ingredienti buoni, una buona ricetta, un ottimo chef.
Sembra la ricetta mia e della Skizza, o no?

Regolazioni

Alle otto e trenta, stamattina, ero su Skype con la Bettona che mi aggiornava sul noioso nulla avvenuto ieri.
Parlava di questo e di quello, di chi ha telefonato e di chi non ha telefonato, terminando poi con una mini indagine blitz sulla data del mio ritorno.
La risposta sarebbe stata, come già detto, "Mai".
Ma invece ho preso il calendario, sul serio stavolta e ho dato un'occhiata. Fino al 30 incluso di sicuro. Ma poi c'è il primo che è festa, il due è un venerdì, attacco il week end e rispondo "Non prima di lunedì 5", sortendo un tranquillo "Ok, è solo per regolarmi".
Massì, Betta, regolati in tutta serenità.
Tanto ho l'impressione che, quando ritornerò, non rimarrò incollato alla sedia per molto.
Perchè qui non è solo la questione delle fiumane di sesso, intendiamoci. Qui è una sensazione di opportunità davvero interessante. Non so come spiegarmi, ma qui si sente che qualcosa è vivo e brulicante, attivo, vigoroso.
Da noi è solo stridor di denti e schioccar di cinture.
E poi io, francamente, di fare quel che faccio mi sono rotto i coglioni.
Io credevo e volevo un'altra cosa, ci sto solamente perchè campo e bene, diciamocelo.
Ma non sempre basta.

Condivisione e partecipazione

Ma che bella serata casalinga all'insegna della condivisione della conoscenza costruita in una corposa giornata di scouting in Internet, ma che bei momenti di insozzamento progressivo della Skizza che è passata da un divertito stupore ad un lercio sorriso di assaporamento di potenziali sbraghi sessuali, ma che bei momenti di luridume impreziosito da osceni discorsi rochi in merito al far vedere la fica a sconosciuti e a farsela toccare e leccare anche da vecchi porci arrapati e poi dai, rolla, che si ingrossa il flusso di melmosa goduria sozza e masturbiamoci ciascuno sul suo, ipotizzando chiavate di gruppo, orge, lesbismo e frocismo e proviamo anche tutti quei bei giochetti che il Tazietto ha comperato, dio se se mi fa godere questo, Tazione, dio se godo a guardarti, Chiarina, guarda che stacco di Minchia Britannica che mi fai venire, guarda che buco della fica che c'ho, vieni qua che ti lubrifico e sento le tue ditina nel culo, piccolo amore troia, mi piacerebbe vedere che ti monti un bel maschio, Tazione, mettiti lo strapon, Chiarina, ridi, lo metti, ti seghi la minchia di gomma con le mani unte di lubrificante e poi apri la porta dell'armadio perchè vuoi vedere nello specchio che cosa succede e premi e mi inculi, mi chiami puttana e io godo e poi mi arrapo a guardarti il muscolo del polpaccio che si tende a quel modo sensuale mentre mi assesti vigorosi colpi di minchia nel culo e ne convengo, non mi trovo niente male qui a Londra, niente male, no no no, ma allora incalzo e progetto la serata di oggi, ma mi dici, giustamente, che la serata ideale sarà venerdì, che sabato dormi e hai ragione, ma come cominciamo piccolo amore schifoso?, cosa ci facciamo venerdì sera? e mentre sbatti tenendomi aperte le chiappe del culo, mi dici che vuoi un massaggio di coppia erotico, fatto da una bella figa porca, che c'hai voglia di figa e di cazzo e il pennone mi si granitizza, mi si marmorizza e mi minacci, guai a te se sborri, che ti voglio nel culo anche io e allora cambio sia, che siamo unti come due melanzane alla parmigiana e ti scivolo nel culo che mi sembra quasi che mi ci aspiri da quanto sei molle e svangata e mentre ti schiaccio sul materasso ti sussurro che ti porto a quel parco a far dogging e sbavi sul cuscino dicendo di sì, che ci vuoi venire col guinzaglio al collo, nuda sotto il cappotto e vuoi fare indigestione di sborra e poi perdiamo il nostro aplomb british e smettiamo di parlare e ti svango il culo a colpi di minchia e schizziamo quasi assieme e poi giaciamo ansimanti, felici, esausti, fatti e luridi.

"Che bello che sei qui Taz, neanche te lo immagini"
"Eh beh, ti capisco, la mia straordinaria compagnia di personalità sa essere piacevole"

Sorridi e mi tieni la mano.
Ti guardo negli occhi e mi guardi negli occhi.
E basta.
Cos'altro?

mercoledì 24 ottobre 2012

Le scoperte del Tazio londinese

Tutto è cominciato stamattina, che una volta vestito mi sono attaccato a Internèt per trovare un sexy shop nei paraggi poichè volevo acquistare alcuni godemichet per la Skizza, che ne è attualmente sprovvista e si approvvigiona con regolarità di costose zucchine, che non ha senso.
Ed allora, inserendo le parole chiave solite, ma seguite da London, mi si è rivelato un appetitoso mondo del sudicio che mi ha portato il morale e non solo quello, a diecimila.
Lo so, non pensare ad un vasto mondo del sozzo in una città multietnica di sette milioni di abitanti è da babbei, ma in ogni caso la fazenda mi ha entusiasmato, perchè c'è di tutto, ma di tuttotuttotutto e la cosa mi impirilla il Troncone della Felicità e ciò è sempre bello.
Per cui ora il mio browser ha una cartella dei preferiti intitolata Filthy e dentro ci sono svariate sotto cartelle, perché l'ordine è tutto nella vita.
Insomma, sono rimasto inchiodato come un lemure a navigare fino all'una, momento in cui sono uscito per gli acquisti di cui sopra e anche per mangiare qualcosa al volo per la strada.

E sono ritornato ad acculturarmi con un coso indiano nello stomaco che non era niente male.
Ora conosco tutto delle call girls, delle agenzie, di quali sono le migliori, delle fighe da svenimento che ci sono e che sono fighe vere, perchè se una fa la mucca e mette la foto figa e invece è una cessa, ci sono forum che la seppelliscono e blog che la tumulano, quindi non conviene.

Ora conosco tutto del meraviglioso mondo dei massaggi tantrici, nuru, erotici e sborraioli, ora so che qui lo scambismo è lo sport nazionale e che gli esperti lo classificano anche secondo una scala di efferatezza davvero singolare, che vede al minimo becero il dogging, che si consuma notte tempo in piccoli parchi pubblici in posizione centrale, ma anche in parcheggi e officine abbandonate, lungo le rive del Tamigi e in vicoletti dei bassifondi, sino alle raffinate vette eccelse dei club, misteriosi, di cui si intuisce l'ubicazione ma non se ne ha mai l'indirizzo, poichè invale l'uso che si debba contattere la tenutaria, la quale a sua discrezione fissa un incontro per poi vedere se concederti o meno la membership.
E poi saune nudiste, saune scambiste, piscine, insomma un puttanaio infernale di assoluto pregio.

Ho spedito, mentre navigavo, una decina di richieste di iscrizione ed attendo di essere contattato per vedere cosa succede.
Di tutto ciò che ho visto, sinceramente, il palmarés l'ha vinto un certo club oscuro, di proprietà di una certa Nina, con la quale ho parlato oggi al telefono e con la quale ci incontreremo domani per un caffè in un luogo che mi comunicherà via sms, o meglio via text, come dicono qui. Il Club Oscuro è un erotic dinner club estremamente picky (tanto da far da controcanto alla Fornero e al suo choosey) che seleziona accuratamente i membri (che curioso questo termine vero?) e che offre delle amenità di assoluto rilievo, come cene consumate dal corpo nudo di una ragazza e serate fetish, dom, sub, swinger, insomma, una Milly con le palle, una Milly upper level che organizza queste cene erotiche per un numero massimo di 20 o 30 persone, non sempre nella stessa location, che viene comunicata 24 ore prima del party e a me 'ste cose mi fanno impazzire.

Altra nota particolare, molto witty: i party cominciano alle 19 e terminano alle 23. Strano vero? E invece no, perchè come Nina stessa scrive: "[…] respect the fact that as our parties start early so they end relatively early too. This is one of the many aspects of our club which makes us different from all the others. Our members are professionals with full time jobs to go to in the morning. Normally you will be able to enjoy the fun for at least four hours, providing you arrive on time, that is."

Poi verso le cinque sono ritornato un momento in me e mi sono detto che sarebbe opportuno che pianificassi anche la data del mio rientro, tanto da dirlo alla Betta domattina via Skype per non incasinarle la vita non sapendo le mie date.
E' bastato pochissimo per fissare la data, calendario alla mano e matita rossa.
Rientrerò mai.

London breakfast

Londra, 24 ottobre, 07:15 am

Bonjour, bonjour, bonjour, bonjour, bonjour, bonjourbonjour, bonjourbonjourbonjour.
Dodici gradi centigradi e una lieve pioggerellina, finalmente.
Vorrò mica essere uno di quegli sfigati che vede Londra sempre col sole e che se va in vacanza a Sharm piove, eh.
La Skizza è sotto la doccia che tra poco c'ha il tubo, brava la mia scorreggetta erotica.
Profumo di caffè e pane tostato, Repubblica online e un canale jazz che sussurra lievissimo note, questo è il paradiso.
Che bello arrivare di notte e venire accolti dalla Chiaretta con addosso solo quel magliettone che se scendeva la spalla usciva la poppetta puntuta, che bello. Che bello sostare incastrati sul pavimento dell'ingresso, nudi, col mio trolley in piedi che faceva da nerissimo arbitro a quel match selvaggio da cui entrambi ne siamo usciti vincitori.
Che bello dirsi le prime parole di senso compiuto quasi tre ore dopo il mio ingresso nella dissanguante casetta.
Che bello l'odore della Skiz.
Che bello il sapore della Skiz.
Che bello, qui.
Qui, in questa megalopoli da sette milioni di anime di cui ne conosco solo una, meraviglioso.
Oddio, a dire il vero ne conoscerei ben più d'una, ma posso stare tranquillo, anche se mi incrociano si girano dall'altra parte.
La popolarità è una faccenda sovrastimata, secondo me.
Che bello.
Bonjour.

domenica 21 ottobre 2012

Aperitivo resinoso

"Ciao! Hey! Com'è? Ti disturbo?"
Ma sai sono qui al Centrale e mi son detto, …ma sì, …ma dai?, ma allora ti aspetto, cinque minuti dici?, ma vai tranquilla che si prende un Americano assieme, troppo forte?, un Gingerino e un Americano allora, ha--ha--ha, …matto?, io matto?, ha--ha--ha, …dai non dirmi così, ma sì, ma vai serenissima, che fretta c'è?, che c'ho da fare a parte aperitivare con te?, ma niente.

Che cazzo ti sei fatta la resina, Fulvia, se poi mi arrivi con le scarpe chiuse?
Ma sei bella lo stesso, ma sì.
C'hai quaranta e passa anni e tutto 'sto flirtare fa solo parte delle apparenze da salvare.
Ma io ti sto dietro, tranquilla, sei figa e rispondo.
Vai tranquilla.
Che io lo so che ti sei fatta la resina.
Anche se non si vede.
Eh.

Spulciando

La Donna Erotica non s'atteggia e non si barda, non brama di divenir chimera, ma giace semplicemente, distratta, naturale, forse nemmeno cosciente che quel gesto normale, non studiato, produca in me uno sconvoglimento profondo. Viva la Donna Normale a cui basta essere nuda e stesa per divenire Erotica.

   

Le riflessioni del puttaniere

Ritorno a casa con le mani e la pelle che profumano intense di magnifica négritude, avvertendo che la stupenda statua di ebano, seppur prodigatasi in maniera estasiante ed encomiabile, più che commovente, a tratti esaltante, non è riuscita ad estinguere totalmente l'ancora ardente brace di voglia sozza e, così, giaccio sul Divindivano impugnando con fermezza la verga ceramica, strozzandola, scappellandola ed incappellandola, godendo del profumo d'Africa Divina, riflettendo su me stesso.

Sono un puttaniere.
Impersono la figura più disprezzata e derisa in qualsiasi comunità civile, sono un reietto, un porco, un essere zotico che alla sera si scioglie nei rivoli mefitici del liquame urbano per accompagnarsi con donne che fanno mercimonio del proprio corpo, accoppiandosi come una bestia con sconosciute che gli concedono, a pagamento modesto, l'accesso e l'uso delle loro sacre intimità.

E vengo con un piccolo urlo.
Deliziose riflessioni.

Il linguaggio del corpo porco

Avvolta in ampie maglie rilassate che dissimulano le forme, salvo far spuntare spalle nude e, in un'occasione a mio dire procurata, una fascia di nuda pancia abbronzatissima, Mietta ha impostato l'andatura ed il ritmo della serata, tendendola verso un'improbabile amicizia di spessore tale da obnubilare la fisicità ed il desiderio, ma solo nella forma, poichè nella sostanza quel comparire improvviso di carni calde significava "Tazio resisti, non è stasera, sono drammaticamente figa e porca e infoiata, affamata di cazzo come una faina porno, ma stasera no, è la seconda uscita, ti devo studiare, devo capire se sei quel porco selvatico che sogno ogni notte digitandomi la sorca masticante".

Serata tranquilla, di grandi chiacchiere, pizza ignorante, ripetuti scappellamenti improvvisi a guardare quei piedi nudi immersi nelle ballerine, serata regolare, serata di pace, serata di voglia di succhiarle quelle tettone che si nascondono sotto le ampie maglie e canottiere e mantelle e foulard e coperte e tende e teloni da autocarro leggero, serata di musiche antiche, te la ricordi questa, no, già sei più giovane di me, serata di passeggi e saluti notturni con baci guancei e silenti promesse di fica rovente nel breve periodo.

Raggiungo la macchina e mi dico che è tutto nella norma, che tutto procede secondo previsioni, previsioni taziali che dicevano che il cazzo glielo avrei dato solo se me l'avesse chiesto e così è stato ed ora che è notte, che sono in macchina che guido piano e ho qualcosa dentro ai jeans, sai che mistero, non so neanche dove andare e m'allontano, anche se dovrei tornare, lei m'aspetta, me la vado a caricare, la scuretta, che l'amore mi vuol dare.

Nadine, arrivo.