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giovedì 1 novembre 2012

Feste del cazzo, segreti svelati e richieste eleganti

C'era anche un pochettino da immaginarselo, dico. Festeggiamo una cosa americana, a Londra, in una festa di italiani. Le probabilità che fosse nammerda erano davvero elevatissime. Fatto sta che alle venti e trenta eravamo lì. Eh sì, perchè oggi si lavora e le feste a Londra, nei giorni lavorativi, si fanno dalle venti alle ventitre. Che a me fa tanto festine del liceo, ma qui gira così dal lunedì al venerdì.
Poi il venerdì si sbraca.

La Sara è una tarchiatella tettona e culona, coi capelli biondi a caschetto e un bel viso rotondo. Proprio bella, generosa, curvacea, corpacea, culacea e tettacea. Mi piace. E' anche molto simpatica, veramente. A un tratto ci dice "Oh, venerdì sera spaghettatona a casa di Lorenzo, ci venite?" e la Skiz si gira a guardarmi con aria interrogativa, al che io sparo la mia bordata sorpresa bomba "Eh no Sara, grazie dell'invito, ma venerdì sera siamo a Parigi" - "Oh che figata!" dice la Sara e la Skiz sorride di circostanza e dice "Eh già" e poi la Sara si muove e la Skiz mi dice, con gli occhi della divertita deplorazione "Và che si poteva anche dire di no senza tirar fuori delle balle spaziali eh" al che io la guardo e le dico "Amore, sai che sono incapace di mentire, venerdì sera io e te prendiamo l'High Speed 1 e andiamo a Parigi sul serio, ceniamo da Les Mauvais Garçons e dormiamo lì vicino, all'Hotel Paris Rivoli. Poi a casa ti faccio vedere le prenotazioni di treno e albergo".

La Skiz ride nelle manine e poi mi dice "Tu sei uno squilibrato adorabile, come faccio a non amarti?" - "Perchè mai dovresti aprire il task 'non amare Tazio' piccola emorroide purulenta?" e ci slinguiamo, platealmente, cazzo ce ne frega, almeno facciamo una cosa non noiosa.

Alle ventidue e trenta eravamo a casa.
Ah che meraviglia. Tiro fuori il cartaceo e discutiamo del break parigino, che si fa, che non si fa, che meraviglia Tazio, non sono mai stata a Parigi, venerdì ci andiamo, ti piacerà.
Poi andiamo a pisciare e quando lei è sulla tazza le dico che la voglio asciugare con la lingua e allora lei si addressa all'indietro aprendo al massimo le gambe lisce e calde e io comincio a leccargliela che stava ancora pisciando. Poi dopo un po', mentre gliela lecco, mi interrompo a tratti per raccontarle del mio delizioso pomeriggio e lei si ingalla come una maiala, tempestandomi di mille domande su come erano i cazzi, se ho goduto a succhiare, se succhiavano bene e via così che ci siamo trovati a chiavare nudi sul cesso con lei infoiata a mille che mi faceva giurare che l'avrei portata a succhiare cazzi nei cessi e trovo questa sua richiesta oltremodo stimolante, ancorchè molto elegante nella sua formulazione.

Io sto davvero bene, con lei, qui.
Sì.

mercoledì 31 ottobre 2012

Zipperless, senza cerniera

Oggi a pomeriggio mi è tornata alla mente Erica Jong ed il suo bestseller "Paura di volare". Mi è tornata alla mente per via di quel termine da lei coniato, zipperless fuck, la scopata senza cerniera. Ed allora, di ritorno a casa, ho cercato le sue precise parole, che vi incollo di seguito.

[...] La scopata senza cerniera è assolutamente pura. Non ha motivazioni recondite. Non ci sono giochi di potere. L'uomo non "prende" e la donna non "dà". Nessuno sta cercando di far cornuto un marito o di umiliare una moglie. Nessuno sta cercando di provare qualcosa o di ottenere qualcosa da qualcuno.  [...]

La trovo di un'attualità sconcertante e la approvo con una pienezza totale. Zipperless. Che poi lei lo riferiva al rapporto più complesso, quello eterosessuale, perchè nei rapporti occasionali omosessuali la Zipperless Philosophy è un requisito base che viene col pacchetto, è built in. Mi chiederete: "Ma perchè cazzo ti è venuta in mente la Jong e 'sta pippa?" e io mi appropinquo a far sintesi del mio pomeriggio, che vi aiuterà assai a capire il perché.

Ricordate che ieri ero entrato in possesso di quel meraviglioso Book guide to the best gloryholes in London? Beh, oggi l'ho testato per vedere se corrispondeva al vero. Ne ho selezionati quattro, vicini, nel tentativo di non rendere vano lo spostamento: se non ne funziona uno, mi sono detto, scaltro come uno stercorario, a giro ce ne sono altri. Ed in effetti, nei bagni del primo non c'era nessun buco e così mi sono fatto una passeggiata sino ai bagni del secondo dove, invece, c'era eccome e anche bello largo, come piace a me.

Ho passato un pomeriggio delizioso, devo dirlo. Ho dovuto aspettare un pochino, all'inizio, chiuso nella cabina del cesso, ma ne ho approfittato per masturbarmi un po'. Poi è arrivato qualcuno. Un ragazzo giovane, jeans e giubbotto. Ha pisciato, ha tirato l'acqua e poi ha buttato un occhio bel buco. Io mi sono inginocchiato e lui ha iniziato a menarselo un po'. Un bel cazzo, bianco, con cortissima peluria rossa. Gli ho fatto segno col dito di metterlo detro e lui l'ha fatto. Gliel'ho fatto rizzare con le mani, una sega lenta e piacevole per entrambi, con quella bella pelle vellutata e la cappella piccola in cima all'asta grossa, rivolta all'insù.

La cosa magnifica di quel posto è l'assenza totale di rumori. Nessuno dice una parola, persino i mugolii sono controllati e trattenuti. Si sentiva il lontano traffico della strada e la pioggia sui vetri. Ogni tanto il mio amico si ritirava e questo è il segnale convenzionale worldwide (io l'ho imparato all'America nfatt) che lui vuole che tu infili il tuo. E io l'ho infilato, sentendo una bocca calda e una lingua esperta che faceva con sapienza un pompino di elevatissimo livello. Poi mi sono ritirato e lui ha spinto dentro il suo. Il bello del buco largo e che hai accesso anche ai coglioni, con le dita. I suoi erano molto belli, increspati di rughe, glieli avrei presi in bocca volentieri. Invece mi sono accontentato di succhiargli il cazzo, lentamente, sentendolo respirare più forte.

Era molto eccitato, lo sentivo da come respirava, sentivo che si era indurito al massimo, segno che stava per schizzare e così mi sono alzato, sfregando il mio cazzo sul suo, impugnandoli entrambi, segandoli tutti e due e in breve lo schizzo caldo mi ha bagnato i coglioni, davvero eccitante. In fretta e furia, poi, se ne è andato, velocissimo. Ed io mi sono messo comodo, assumendo il dress code dei cessi gay: Doctor Marteen's ai piedi, camicia a quadri con le maniche rimboccate, aperta senza niente sotto e basta.
E mi sono nuovamente seduto sul water a menarmelo, ma non volendo venire.

Ho atteso un quarto d'ora, circa. Poi altri passi e l'umano è arrivato diretto al mio box, provando ad aprirlo, ma io mi ero, ovviamente, chiuso dentro. E', allora, passato immediatamente a quello a fianco, infilando un dito nel buco come per chiedere "ci sei?". E io mi sono alzato dal cesso e ho infilato il Tarello, duro da panico, nel buco. Ho sentito un "my God" sussurrato appena e poi la sua mano e poi la sua bocca. Un altro bocchinaro di assoluto pregio, devo dirlo. Mi strizzava la cappella con la gola, una goduria per le orecchie e per il cazzo. 
Questo amico, però, non era per il mutuo sostegno. Lui è un succhiatore e basta. Non saprei definire l'età, di lui ho visto solo un dito per un secondo. Ma era un succhiatore serio, che mi ha lasciato venire in bocca, in un rantolo che ho tentato di soffocare. Sublime.

Zipperless fuck. Nessuno è bello o brutto, alto o basso, magro o grasso, ricco o povero, cattolico o anglicano, bianco o nero, gay o etero. Tutti si è lì per godere e per far godere, che è tutto quello che, alla fine, conta se si fa sesso random e non l'amore con la tua donna.
Zipperless fuck.
Stasera farò un dettagliato resoconto alla Skiz.
Obbligatorio e fondamentale.

Dialoghetti familiari

"Quanti curricula hai spedito sino ad ora?" le chiedo mentre si toglie lo smalto, a culo nudo, con la maglietta lilla.
"Trentanove"
Considerando che ogni dieci contatti, mediamente, si porta a casa un colloquio, la media papabile è di quattro potenziali colloqui. Quattro colloqui a Londra potrebbero dar vita ad un'opportunità, sì. Bene.
"Ho pranzato con Andrea Icsipsilonzeta oggi"
"Giura!"
"Skiz, perchè io devo sempre giurare? Sono così basso di credibilità?"
"Ma è un modo di dire gnègnègnè. E allora?"
"E allora niente, ci siamo salutati"

Poi mi chiama il Ruggi, poi mi chiama il Costa, poi la chiama la Raffa e ciascuno si isola nelle sue chiamate.
Poi, però, ci si ricongiunge.
"Domani sera è Halloween. La Sara e la gang fanno una festa in un postazzo nell'east side, ti va se ci andiamo?"
"Basta che non mi devo mascherare"
"No, no, è una festazza, non ci si DEVE mascherare"
"Una festazza in un postazzo mi sta benazzo"

E poi ciascuno si fonde nelle sue robette, ma a un tratto avverto la necessità di una conferma.
"Chiara, come la prenderesti se, supponiamo per assurdo, io mi trovassi un lavoretto qui a Londra?"
"Lavoretto tipo pulire i cessi in un Caffè Nero?"
"Esatto"
"Sarei orguogliuosa amaure"
e ride, perchè sa di cosa stiamo parlando.
"E se ci mascherassimo, invece, domani sera?" chiedo.
"Tipo?"
"Tipo io da pittore artista e tu da mia modella"
"Quindi tu vestito da coglione e io nuda?"
"Eh"
"Non mi va che gli amici della Sara mi vedano nuda"

Pudica, mi piace.

Bella 'sta cazzo di Londra, però.

AAA Tazio vendesi

Stranissima giornata, ieri.
Ho trovato un bellissimo sito in cui vengono indicati, con precisione millimetrica adorabile, tutti i cessi londinesi in cui è presente un glory hole. E sin lì l'intenzione era tutta di andare a fare un tour di questi luoghi culturali, ma poi un flashback mi ha abbagliato la mente, riportandomi a New York, ultimo luogo in cui ho trovato gli ameni forellini nel muro e poi da New York sono passato alle facce e quindi a lui, che non sento da mesi perchè, lo Scozzese, da che ha cambiato lavoro non si fa più sentire in quanto, giustamente, non rappresento per lui un'opportunità di guadagno.

E allora l'ho chiamato, straconvinto che fosse in Italia, ma invece no, anche lui è a Londra. Coincidenze.
Abbiamo pranzato assieme da Gordon Ramsay, chiacchierando di mille cose, specialmente passate. In mezzo a una fiumana umana che mangiava senza sapere che cazzo ingollasse perchè, quel momento apparentemente di pausa, era il più intenso dei momenti di lavoro della giornata. Bello, se si vuole. Ma forse anche no.

E così, alla fine, non so nemmeno io perchè, gli ho detto una cosa che nei termini non mi appartiene, anche se forse mi appartiene nella sostanza, non lo so, non sono abituato a certe cose.
"Sono sulla piazza, Andrea, tienilo in considerazione"
"Cioé, cioè? Chiudi baracca e burattini? Spiega please."
"No, non chiudo niente. Voglio aggiungere, semmai. E voglio aggiungere qui a Londra, che ho i miei motivi."
"Cosa cerchi?"
"Soldi"
e lui ride e aggiunge "Chi non li cerca?"

In termini tecnici si può dire che ho messo i ferri in acqua per trovarmi un lavoro a Londra, anche se sono assolutamente scettico al riguardo di una mia appetibilità in questo mondo che viene governato dal talento di ragazzi che hanno almeno quindici anni meno di me ed è pure giusto.
Intanto un passo l'ho fatto.

martedì 30 ottobre 2012

Amore romantico e viaggi lungo le estremità

Fase uno: il regalo
Ed allora sediamo nell'elegante ristorante dell'elegante albergo e siamo eleganti, io total black, lei total black, vestitino al ginocchio, calze nere, che lo so che sono autoreggenti, scarpa tacco dodici, capelli raccolti, lo so che non c'ha niente sotto, sento l'odore della sua fica da qui.
Sediamo e brindiamo, la luce sul tavolo, calda, la musica bassa, l'ambiente raffinato, metto una mano in tasca ed estraggo un cubetto e lo metto sul tavolo, davanti al suo piatto, lei lo guarda e capisce, fa fare uno scatto, mezzo cubo si apre, due occhi si illuminano, un sorriso si arcua all'insù, poi la bocca si strizza, la luce oculare si bagna di umido, mi guarda e dice "è bellissimo" e scuote la testa, ti aiuto, aspetta e glielo infilo, l'anello, che mi rendo conto che se fosse stato appena più grande, il diamante, più grande di un qualsiasi grande più grande di quello che era, sarebbe stato meglio, ma lei si alza e mi balza in braccio baciandomi e stringendomi, affanculo il dress code e il ristorante elegante, non piangere Skiz che ti cola il mascara, è waterproof, Tazione, lo fanno per quelle come me che sono felici alle lacrime.
"Allora sono la tua fidanzata!!!" mi dice con un sorriso commosso che basta quello per aver avuto una ragione per essere stati al mondo e io rispondo di sì, sì, sì, sei la mia fidanzata e nemmeno ti dico cos'altro c'ho nella testa perchè per oggi è abbastanza così, beviamo, brindiamo, diamoci da fare, bisogna festeggiare, sono felice come non lo sono mai stato.

Fase due: ogni tuo desiderio è un ordine, specie se ho anche io lo stesso desiderio
Ceniamo, signorili, leggeri, eleganti, poi a un tratto un piedino si insinua tra le mie gambe e io provo una scossa tra ano e coglioni, la guardo, mi guarda e senza parole mi chiede se c'è un dopo cena, che lo so che me lo chiede ed allora io metto una mano nella tasca interna e tiro fuori una chiave magnetica, la appoggio sul tavolo, pronuncio il numero 308 e sorseggio un altro po' di vino e lei la guarda e mi guarda con un abbozzo di sorriso, spostando a destra la mascella ed attende istruzioni, gioca con la chiave e poi non riesce a resistere e mi chiede "e?…" ed io rispondo misterioso "e dopo cena saliamo alla trezerootto" e sorseggio e lei incalza, con l'occhio che si insudicia e torna a chiedere, quasi timorosa, chiede abbassando la voce, guardandosi intorno "… giura… " e io annuisco col capo e lei ha un'espressione che meriterebbe una foto e poi incalza di nuovo, vuol sapere, ma io taccio, evado, eludo, siglo e sigillo con un "Ho fatto ciò che mi hai chiesto" e sorseggio e sento il mastichio sordo della sua fica e comincio a provare una blanda erezione e lei appoggia il tovagliolo e dice "andiamo".
E saliamo, col lift che c'accompagna, senza parlare, composti ed eleganti e camminiamo sulla moquette damascata e infilo la chiave e la stanza si apre ed entriamo e prendiamo visione del letto sul quale si materializzerà il desiderio sudicio della mia fidanzata, che nelle sue masturbate sogna di essere a letto con me e un altro uomo e sogna pure di guardarmi mentre io e il montone occasionale ci facciamo di tutto, infilandosi tra noi per coadiuvare gli accessi, riposizionare le uscite, contribuire al piacere totale.
"Voglio vedere come lo succhi, voglio vedere che lo prendi nel culo e che lo metti nel culo a lui, voglio leccarvi mentre vi inculate" furono le parole esatte, che divennero ordine, ordine facile da evadere in questa sudicia meravigliosa città dove ci sono agenzie per tutto.

Fase tre: la sorpresa
Ore ventidue e ventiquattro, la Skizza va in bagno a preparasi, in sei minuti il nostro ospite sarà qui, le dico di rimanere nel bagno sino a quando lui non sarà nella stanza e lei dice di sì, rossa ed eccitata, poi bussano alla porta, lo saluto, ci eravamo parlati al telefono, nessuna sorpresa, è esattamente come nelle foto dell'agenzia, porta un mazzetto di fiori, perchè sa che oggi è il compleanno della mia troia, è un signore, mi piacciono i suoi modi delicati.
Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando esce dal bagno, Oscar sosta in mezzo alla stanza, composto ed elegante, in attesa di conoscere la scrofa da montare e io busso due volte e la Chiara esce, autoreggenti e scarpe e null'altro e strabuzza gli occhi e la capisco, perchè Oscar è un inatteso ed inimmaginato pezzo di manzo di colore di un metro e novanta, completamente bald, un bellissimo sorriso bianco, una fisicata da atleta e io so, lo so solo io al momento, perché io ho visto le foto, che sotto c'ha una manichetta antincendio che deve usare un rocchetto per farla su e metterla nelle braghe e chiedo alla Skiz se le piace e lei lo tocca e mi dice raggiante che le fa un sesso pauroso ed allora mi accomodo sulla poltroncina, accendo una Marlboro e mi metto a guardare quel che succede tra i due.
Sublime spettacolo impagabile.

Fase quattro: when you try it black you never come back
Parla. Parla ininterrottamente, coadiuvata dal cannone carico fatto nell'attesa di Oscar, parla, parla, parla a me, che sto seduto sulla poltroncina, vestito, nella penombra, fumando e sorseggiando un bourbon.
"Sono infoiata come una troia, non vedo l'ora di scopare davanti a te amore" e poi ancora "Voglio che mi guardi mentre prendo il cazzo nero, amore" e poi ancora, succhiando quel sublime pezzo di minchia di cioccolata "Guardami come ti faccio le corna, sei cornuto amore, ti eccitano le corna, vero amore?" e poi ancora, rivolta ad Oscar "Montami come una cagna, ho voglia di cazzo, ho bisogno del tuo grasso cazzo nero" e poi mi dimentica, facendosi fare di tutto da quella statua di ebano che suda ficcando senza pietà ed io sublimo nel guardarla, stravolta, che gode nell'anima a prendere il suo primo e, presumo per nulla ultimo, grosso cazzo nero. Gode, perduta negli umori e nella monta, puro fascio di sensazioni ed è bellissima, bianca, sotto il meraviglioso uomo nero che sbatte poderoso facendole sussultare le tettine, facendole gonfiare gli occhi e brillare di sudore il poco profondo Canale di Suez, la fica lucida e arrossata, gonfia di cazzo di cioccolato, fino a che viene, viene urlando, con Oscar che sbatte come l'onda sugli scogli, concentrandosi, perchè la mia troia è molto bella, è bellissima e fa venire voglia di sborrare. E la Chiara cade sul letto, gira la faccia gonfia e stravolta, mi guarda dalle fessurine e gorgoglia sozza "Spogliati, porco, e vieni qui che voglio anche il tuo cazzo, adesso".

Fase cinque: trattamento doppio per madame
Succhia, in ginocchio, impugnando salda le nostre minchie, la bianca e la nera, che se il mio è grosso, il suo non so cosa sia, succhia uno poi l'altro, se li sfrega sui capezzoli, sudata, spettinata, abbraccio Oscar, caldo, sudato, gli accarezzo il culo, lui fa lo stesso col mio, ma prima bisogna soddisfare la signora e la signora ha in mente solo una cosa, che è la doppia, uno nel culo e uno nella fica e così la lubrifichiamo, Oscar le scivola nella fica fino ai coglioni e io premo il mio cazzo nel buchino vorace, scivola, scappa, premo, entra e sento il pilone del mio amico Oscar e cominciamo a fottere la mia troia che grugnisce che ne vorrebbe altri due da succhiare, neri, duri, grossi e più blatera, in un ottimo inglese, più io e Oscar la sbattiamo senza pietà, godendo dello sfregamento delle reciproche minchie e del contatto di tanta pelle nuda e sudata ed è veramente difficile non scoppiare in una sborrata, che la Skizzolina è assatanata e dopo un po', un bel po', comincia a grugnire rabbiosa e schizza copiosa sui coglioni di Oscar, venendo in un tremito epilettico, mentre il dio nero le succhia i capezzoli, bordeaux dall'eccitazione animale.

Fase sei: stop and go
Calma, acqua, Oscar se vuoi farti la doccia nessun problema, grazie ne approfitto, sigaretta, baci convulsi, sorrisi, mi mostra l'anello, felice, raggiante, tiamotiamotiamotiamo, un'aberrazione sublime, poi ricomincia il calore "Voglio vederti  con lui, adesso" e Oscar ritorna, in una scia di bagnoschiuma caldo, mamma mia che pezzo di manzo stupendo, gli accenno con gli occhi e lui beve, appoggia il bicchiere e viene verso di me, ci abbracciamo, ci slinguiamo, ci palpiamo e in due secondi siam lì a menarcelo e ce l'abbiamo duro in un picosecondo e la Skizza sul letto si masturba sudicia e sorridente e mi inginocchio e gli tiro il pompino più appassionato dai tempi di Cromwell, gli succhio i coglioni, cerco il suo buco e spompino, ma non ce la faccio a prenderlo tutto in bocca, è enorme, gigantesco, poi saliamo sul letto e ci divoriamo e quel corpo è stupendo e la Skizza è un'oscena baldracca lercia che si tortura la fica guardando, dirige, chiede, eseguiamo, poi mi spinge a novante e mi lubrifica abbobdamente e guida Oscar ed è stata un'esperienza esaltante, quel ragazzo sa cosa vuole e ci sa fare da matti e mentre lui mi strapazza il culo come merito, la troia mi succhia la minchia, i coglioni, i coglioni di Oscar e il suo culo e ritorno ed è esaltante, sfrenato, osceno, amorale, magnifico.
Ci facciamo, ci inculiamo, per ore, cambiandoci, con la Skizza satanica che dispone e comanda e noi eseguiamo, al limite del sostenibile, con i cazzi che ci fanno male e poi io a un tratto, esasperato dalla voglia, mi tolgo la gomma e ordino secco alla Chiara di inginocchiarsi e lei capisce ed esegue, Oscar pure, che si sgomma rapido e giù, veloci, due seghe furiose e finale porno americano, schizzi violenti in faccia alla Chiara che mugola e geme, leccando, la lingua impastata di sborra, il mascara che cola, perchè è waterproof, ma non jizzproof e via sino all'ultima goccia e poi, finalmente, la tregua.

Fase sette: a letto a casa
"Taz, mi hai davvero spiazzata, è stato il più bel momento della mia vita quando ho aperto lo scatolino e ho visto questo"
"Non te l'aspettavi?"
"No Tazio, sinceramente era distante anni luce dai miei pensieri, ma è una cosa stupenda"
"Dio Chiretta, è un simbolo più che altro, perchè lui, poverino, è piccolo, ma fin lì arrivavo"
"No, no, zitto, zitto, taci non rompermi le balle. E' una cosa meravigliosa sapere che tu…"
"Che io?"
"Insomma che tu fai le cose serie con me…"
e ride guardandomi.
"Oh, bambén, rispetto eh, che se no mi riprendo l'anello e mi sfidanzo subito"
"Dovrai uccidermi"
"Era nei piani"

Silenzio.
Baci, buonanotte, spegnimento di luce.
"Taz?"
"Eh"
"Starai per sempre con me vero?"
"Ah, mi vuoi per sempre?"
"Sì"
"Vedrai come ti penti di questa frase, ah behbeh, vedrai" e mi giro.
"Cosa vuoi dire?"
"Niente. Siii-lenzio. Dooor-mire."
"Ti amo Tizio"
"Ti amo Caccola"


Tutto ciò è divino.
Tutto ciò è follia.
Tutto ciò è.

lunedì 29 ottobre 2012

Uncioccazz

Faccio le telefonate. Le sto facendo, insomma. Mi ingarbuglio con vicende fastidiose mediando saggio come un padre di famiglia, nel tentativo di non alzare l'ebollizione con l'unico scopo di non farmi rompere i coglioni perchè, in realtà, in queste questioni non c'è nulla di essenziale, di esistenziale, di fatale, di vitale, sono solo le solite rotture di coglioni che costano in energia assai di più che risolvere il problema con la semplicità elegante di un quadro di Fontana.
Poi sospendo e faccio le uniche telefonate che veramente mi premono e le faccio a numeri inglesi e non italiani, perchè sono le telefonate che servono ad organizzare la serata e a realizzare la bizzarra (e neanche tanto) richiesta della Skizza, di cui non farò accenno sino a domattina, così vi viene la curiosità e mi leggete, almeno spero, visto che per cavarvi un commento dalla bocca dovrei mandarvi a casa un paio di ragazzotti strafatti di crack con un buon paio di pinze ed una saldatrice.

Faccio le mie cose in questo arraffazzonato ufficio del salotto osceno e penso che dovrei munirmi di una SIM inglese che così non mi dissanguo come una bestia e poi penso che ho detto che torno il tredici e sono già pentito, perchè ve lo dico col cuore in mano e anche con la milza e la parte sana del fegato che mi rimane: io di tornare non ho cazzi.

Poi penso a un uovo, a quello di Colombo, che è fatto di Tazio che si trova un lavoro qui e della Skiz che se ne trova uno che la pagano come deve essere pagata, ma forse tutto ciò è prematuro, magari anche a tratti impossibile, specie sul mio versante, perchè che cazzo me ne faccio dello studio di produzione nella nebbia se io salgo qui?

Minghiaoh 'sto lunedì è partito dimmerda, non c'è che dire, mi sento già stanco e discretamente ansioso che adesso mi sparo quel venticinque gocce di Mr.X palindormo che così mi rassereno, mi faccio una sega e poi ricomincio daccapo.
Io non c'ho cazzi di tornare, raga.

Skype dimmerda

Tanti auguri, tanti auguri, lo vuoi adesso il regalo? non se ne parla Tazione, me lo dai stasera e sorridi che già ti pregusti, com'è giusto che sia, la serata dei festeggiamenti e che bello. Poi parti zompettante verso il viaggio che ti aspetta e io allora mi ricompongo mi sistemo, mi addresso e lancio Skype verso l'inimitabile avventura di ritornare in bottega.
Bonjour Bettina, come va? como estas? todo bien? tres bien anche se è lunedì, Tazio, già, è lunedì anche qui sai? ma dai? ma sì, ma pensa.
Che tette che c'ha la Betta, anche su Skype.
Poi arriva il Loca, trafelato, preoccupato, cosa c'è? niente, solo un merdaio perchè bla e bla e bla e bla. Devo chiamare io? Se puoi mi faresti un favore, ok dopo lo chiamo e poi ti richiamo, ma senti, venerdì liberi tutti eh, ponticello che schifo non fa, non possiamo Tazio siamo nel marasma che oggi finiamo un girato e poi bla e bla e bla e bla, piuttosto, quand'è che ti rivediamo, che dobbiamo parlarti di cose che capitano di là e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e dico che credo che mi abbia detto tutto e lui mi dice di sì, allora dico che ci penso un attimo e lui riattacca, ok, ma quand'è che torni tu? io non torno più, dico scherzando e lui si agghiaccia, poi dico tranky scherzavo, ma non credo prima del 13. Silenzio di ghiaccio. Ma avevi detto il 5. Sì, ma adesso dico il 13, ma che problemi hai senza di me? Hai le redini del comando, sei in pista alla grande, ti manco sotto un profilo sessuale? Ti capisco sai? Vaccagare Tazio, no è che ti devo parlare di persona e non su Skype, devo preoccuparmi Loca? nononononononononono è solo che dobbiamo riorganizzare le cose perchè così diventa difficile, scusa Loca, questa conversazione ci stava dopo otto mesi che non ci vedevamo e sentivamo, ma invece sono solo otto giorni, cosa succede? Bisogna che parliamo Taz, con 'sto coso non ci riesco, ok, allora dopo il tredici, ok, dopo il tredici.
Che ansia.

Le idee sfolgoranti del Taziolunedì

Bonjour, bonjour, bonjour.
Mi sono svegliato prestissimo, non riuscivo più a dormire. Sono un po' teso, la Skiz oggi compie ed io le ho comperato un regalo impegnativo, non so come la prenderà.
A prescindere: mi sono messo qui in cucina, in questa mattinata discretamente gelida e mentre ravanavo nelle mutande di Internet sono stato colpito da una sfolgorante ideona meravigliosa che è proprio una figata.
Allora, sentite qua.
Venerdì la Skiz esce alle 17:30 giusto? Giusto.
Invece di prendere la District e poi la Northern si ferma alla St.Pancras station, luogo dove io sarò presente a piè fermo.
Come mai mi direte?
E io vi  risponderò: perchè venerdì sera ore 18:01 ci prendiamo il treno e andiamo, ta-dah, a Parigi per il week end.
Due ore e mezzo e passa la paura. Cena a Parigi, sabato intero a Parigi, domenica intera a Parigi, treno di ritorno lunedì alle 07:13 e arrivo a London alle 8:30.
Lei sale sulla District e va in agenzia, io salgo sulla Northern e vado a casa.
Che figata paura di idea ho avuto?
Stasera a cena ne discutiamo con calma.
Sono un genio.
Ha!