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sabato 17 novembre 2012

Delizia

Un'amica mi ha omaggiato di questa delizia e io la condivido con tutti e con lei.


Tag cloud magica

Mi soffermo un secondo sulla tag cloud e leggo un segnale, come se le parole fossero fondi del caffè o foglioline di tè.
Guardate che meraviglia:

turn on - felice
me myself and I - Squinzy
riflessioni mattutine - tranqullità
Domi - puttanesimo

:D

Frà Cò e frà Tà

Venerdì sera rilassante, venerdì sera casalingo, venerdì sera informale col Costa in pantaloni della tuta blu di acetato semilucido, maglietta senza maniche nera, ciabatta di gomma da piscina e calzino corto antracite che mastica pizza seduto a gambe larghe nella sua vomitevole cucina e che mi dice che sua cugina, la zozza con la quale ha chiavato come un porco tutta l'estate, la zozza che è fidanzata e che si deve sposare, la zozza pelosa, la zozza troia minchiaiola ninfomane, prima di Natale viene su dalla mamma del Costa, che vive a Mantova. E mi bisbiglia cospiratore placcandomi l'avambraccio sul tavolo con la mano unta di pizza "Oh Tà tu sei un fratello pemmè e lo sai. Che ne digi se ge la ghiaviamo azzieme che guella una botta a due cazzi non l'ha mai presa Tà!, ge la vogliamo dare noiddue? Io ce ne ho ggià parlato al thelefhono e lei non-vede-l'ora, Tà". Minghiasì, Costantino, mi piace l'idea di infilare il cazzo dentro a tua cugina, quella gran troia dimmerda, dai, facciamolo.

"Oh Costa, a me puoi dirmelo, ma com'è quella troia di tua cugina? Una cessa? Và che a me mi tira il cazzo anche se è una cessa eh" e il blasonato Costantino mi guarda e mi dice "La vuoi vedere?" e ghigna e io gli dico che non ci posso credere che se l'è pure fotografata e lui mi dice "Emminimo Tà, mi ci volevo tirare le zeghe accasa" e poi si alza ciabattando e raggiunge, a bocca piena e masticante, lo splendore del 46" LG che in quella topaia stona, ma forse anche no.

E ci trasferiamo sul divano, trascinando i cartoni coi rimasugli di pizza e comincia lo show. Ta-dah cugina primo piano, ma è carina di viso cazzo, bella nera come il peccato, di capelli e di occhi, bella bocca, bei denti, però ce l'ha scritto in faccia che è troia, diciamocelo e il Costa annuisce con la bocca piena di pizza e poi tac, cugina in costume, ammazza che bocce, bella pancettina rotolina budellina, oh Costa c'hai niente di culo, minghiasì ashpetta Tà che arriva, cugina stesa, cugina in piedi, cugina girata che ride mostrando la cula abbondante, ma sai che mi ingrifa?, fianco largo, cula generosa, gambe mediterranee, che brava, proprio brava, bravissima e poi *zanf* cugina con occhiale da sole che succhia la fava al Costa superstar e avanti e avanti, minghiaoh Tà, non una barola ghe io di te miffido, tranquillo Cò, però io me lo devo menare un pochetto, pure io ed eccoci vestiti di sopra, in calzini, senza pantaloni e mutande a menarci la minchia guardando quella gran troia della cugina che se lo fa piantare in ogni buco e se lo fa piantare all'aperto, in una macchia vicina alla spiaggia, ma è bravissima tua cugina Cò, vero che è bottana Tà?, minchia se è bottana e poi le foto finiscono e si ritorna a riprenderne un po', Costa metti quella della pecora che si apre le chiappe, ok Tà eccola, minchia che bucio del culo che c'ha tua cugina Cò, e come le piage prenderselo nel gulo Tà aqquellattroia.

Che serata stupenda, rilassante, spensierata che abbiamo passato io e il mio amico Costa che è come un fratello e che mi farà chiavare sua cugina, che pensiero delicato, è sempre così pieno di attenzioni, un vero signore d'altri tempi. Che onore tirarmi una sega con lui guardando la ciornia irsuta e nera della troia di sua cugina che d'estate non si depila manco le ascelle, bravissima, veramente brava la nostra somara puttana da monta che se ieri sera fosse stata lì le avremmo stracciato i buchi da quant'eravamo infoiati come i montoni.
Che belle cose che sappiamo imbastire con nulla io e il Costa che è come un fratello per me.

E tra fratelli talvolta non occorre nemmeno parlare e così mi ritrovo a leccargli il culo e i coglioni mentre lui se lo mena e che profumo di maschio col culo in calore, vieni qui fratellone, o sorellona, non so, ma vieni qui che ti tiro una pompa che ti fai il segno della croce, minchia Tà come mi tira e lo so Costantino sentissi quaggiù che marmetto di Carrara che c'ho, fammelo succhiare Tà, ma certo Cò, che bella serata, tutti nudi sul divano a spompinarci da troie davanti alla cugina che succhia a sua volta, che spettacolo, che paradiso, che bel corpo che hai Cò, che bel culo che hai Tà, dai mangiamelo, sì girati, mettimelo dentro Cò, dolorino piacevole, fottimi duro che poi fotto io te e girati, mettiti, spostati, leccami, succhiami e poi sento lo schizzo in gola che adoro e frà Cò trema e grugnisce e poi si addressa in ginocchio perchè anche frà Tà deve schizzare e non una goccia, non una, non una sola s'è sprecata, perchè noi frati ci divertiamo con nulla nel rispetto dei doni del Signore.

Ah che bella serata, sì.

venerdì 16 novembre 2012

Venerdì

Bonjour, good morning, guten tag.
E' venerdì, la settimana finisce, il week end arriva, non sono londinese, porterò pazienza.
Oggi la Skizzetta parte e, con la Sara e l'amica indiana della Sara, il cui nome credo si scriva Sheera o qualcosa del genere, raggiungono Bristol, città natia della Sheera medesima. Si fanno un week end tranquille (mah) e poi domenica fanno prua su Londra again, come la Sheera fa ogni settimana, poichè ella a Londra lavora, come direbbe lo Joda.
Bene sono contento, almeno non si sfracella le ovaie da sola e riesce a vedere un'altra città inglese, che dicono sia una favola.

Io di mio starò qua, lavorando sulle cosette che stiamo mettendo in campo e andando fuori a cena coi ragazzi, credo. Ma anche se fosse che devo stare a casa non cambia niente, perchè c'ho la testa concentrata sui miei progetti.
Sono pervaso da un'immotivata serenità e tranquillità e questa cosa mi piace. Guardo l'autunno, forse per la prima volta in vita mia, con occhi rilassati, godendomi la stagione non come il risultato di un'estate scomparsa, ma come una stagione pregna di suoi bei perchè.
E stamattina, svegliandomi, ho deciso che scriverò alla Valentina dicendole che lo firmo il divorzio. Sì.
Voglio chiudere i pregressi, voglio affogare nel dimenticatoio ciò che è stato e voglio andare avanti normalmente, lento come mi viene, senza sprazzi e finti training psicologici.
Normale.
Guardate che normale è una parola bellissima eh.
E la troika normale-sereno-rilassato è un punto di arrivo non da poco.
Eh no.

Bangbang

Ore venti e quarantacinque, sosto in corallo nel soggiorno taziale, drrrrrr, campanello, plonc e lei sale, sale nella tana del Divincazzo, nel mio lurido budello dimmerda, ciao amore, smacksmack, amore sto cazzo mi dico di dentro, mi devo fare una doccia prima però, ah sì? una doccia? e come mai? ma manco lo chiedo, lurida pantegana in calore, vieni qui troia, la placco, la stendo, la sbatto sul divindivano e la spoglio, si contorce, sorride, no Tazio, la doccia, zitta troia, la doccia sto cazzo, la spoglio, la lecco, la annuso, identifico i punti cruciali e li lecco, li assaggio, mi infoio come un Pitonegalattico e la chiavo, la chiavo di brutto, bam bam bam bam bam bam bam, che faccia da troia, bambambambambambambambambambambambambambambambam, che odore intenso tra le dita dei piedi, bambambambambambambambambambam, che goduria la ricrescita sull'ascella acida e dolciastra, bambambambambambambambambambambambambambambambambambambambambam, urli puttana?, urli che vieni?, e allora eccoti servito l'invito a venire bambambambambambambambambambambambambambambam, stramazzi la testa all'indietro con la vena sul collo e le guance violastre, i capelli scomposti e mi dici di venire, assurdo, tu a me dici di venire, va bene, sguish, esco, vieni troia, lavorami il tronco di ceppa rampazza e tu agisci, bravissima, sucksucksucksucksucksuck e tosto ti omaggio di una maschera rivitalizzante agli aromi taziali e poi.

Stop.

La doccia, a quel punto, diviene uno spreco di tempo e energie, rollo una porra, tu frughi nel frigo, raccatti una birra, fzzzzz che culo che c'hai, in tutti i sensi, ma nello specifico, che culo che c'hai ad aver trovato una birra e vieni e ti siedi all'indiana sul divino e mi guardi che completo sapiente il cannoncino frizzillo rollroll e lo accendo e te lo passo e in cambio mi passi la birra, molto bene, l'obiettivo è stonarsi da subito al fine di generare l'alibi a te, per le cagate che dici in continuazione, e di generare la forza in me di sopravvivere alla tua stupidità, per cui fuma, puttana, fuma e bevi, sballati da subito, che sarà una lunga serata, poi un'idea, un'esigenza, masturbati che ti voglio guardare e non ti fai assolutamente pregare e ti spalpugni i bargigli carnosi e arrossati che si stagliano sulla pelle bianca punteggiata di peli in riscrescita e io mi occupo del tuo sublime piede di destra, fetido, caldo e perfetto e guardi la mia bocca, non c'hai più la filosofia del cazzo della prima volta che t'ho vista, vero troia?, anche perchè leccando e annusando sdeng! la minchia si impala pennona e guardo la tua mano, le dita, due e poi tre, struscio la cappella sotto le dita, vomito ogni sorta di immondizia sessuale al tuo riguardo e guardo, quattro dita, ti contorci, sollevi la tetta e ti succhi il capezzolo, che brava, infilo la cappella tra alluce e illice, che dolore eccitante e sguish, la manina scivola nella patonza usatissima, ti fisti, che bello, sembri monca, eccitante, con quel buco del culo carnoso, scuro e estroflesso, ti metti seduta per premere dentro di più, ma sei una dea, la dea ultrasozza del pianeta randazzo e sento il motore che staziona al minino tumba tumba tumba tumba e ti zompo addosso e ratatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatata ti strachiavo come meriti e stragodi straurlando e strarivenendo e mi prendi la faccia e mi dici che ti faccio morire.

Ok.

Ti schizzo sulle dita dei piedi. Tu porti il piede alla bocca e le lecchi. Sei porno.
"Mai fatto un film porno?" - "No. Cioè sì, ma robe in casa non un film film"    
"Lo faresti?" - "Se mi pagano bene sì". Sei porno e prostituibile.
"E se ti pagassero bene, ti prostituiresti?" sorriso lurido e mi guardi "Quante domande, signor Tazio".
Giusto, hai ragione.
"Succhiami il cazzo che intanto io ordino due pizze. Che pizza vuoi?"
"Pomodorini e bufala"
e ti dedichi alla pompa on demand.
Sei piena di qualità, Siusy, davvero davvero.
Continua il tuo sucksucksucksucksuck, che voglio che apri nuda al ragazzo delle pizze, lo farai?, se vuoi sì.
Sucksucksuck.

Brava.

giovedì 15 novembre 2012

Scrittini tra loro slegati e, per questo, cuciti a mano nel post

Back
Ma pensa te.
Questa proprio mi ha lasciato di sasso. A mezzogiorno siamo andati a pranzo io, il Costa, l'Umbe e lo Zack, che il Loca era al doppiaggio a Bologna. Beh si chiacchiera, si sbraca, si fa e a un certo punto salta fuori che il Loca e la Emy si sono rimessi assieme.
Chiedo se va tutto bene e lui è contento e il Costa, fine osservatore dell'indole umana, mi dice "Tà te lo sai com'è guella, una shcassacazzi, miga ci credevamo che si era gambiata, però al Loca vabbene e allora pure ammè vabbene".
Certo.
Tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio, ci mancherebbe. Su questioni di fica, poi, vale il doppio.
Però ci rimango, perchè quella io la conosco meglio di tutti loro, credo.

Entrepeneur
Il Ruggi è a Bordeaux. Pare che voglia concludere quella faccenda del bed and breakfast, ma secondo me vuole intubare il culo alla francese, che non mi ricordo come si chiama. Anche qui vale la regola del Costa: se al Ruggi vabbene, pure ammè vabbene.

Mietta
Ho chiamato la Gipsyqueen. Ah che piacere sentirla al telefono, davvero, quella donna è un portento.
"Oh mo zident, bentornato eh!, pensavo che non tornassi più, pensaavo"
"Ma no dai, sono stato via solo tre settimane"
"Diocanta! Solo! Solo tre!"
e ride e ridiamo, che finezza, che intercalari ricercati, che donna interessante.
Sabato sera ci facciamo un pizzone ignorante assieme.
Speranza di entrare nei suoi sacri fori pari a zero.
Voglia pari a duemila, con scala 0-10. 

Diarrhoea Queen
Scendo a prendere le sigarette al Vomit Paradise e la Siusy mi saluta molto calorosamente: in un vortice di capezzoli e mammelle bovine che dondolano si precipita a stringermi nell'abbraccio della sorellona zoccolona e io faccio scivolare la mano tra le sue gambe e le palpo la fica senza lasciare nulla all'immaginazione degli astanti. Lei non se ne cura, lascia lì la mano e poi chiude i festeggiamenti zoccolando come una vacca gravida dietro al bancone, luogo da cui mi chiede "Cosa ti faccio?" che suscita il ghigno segaiolo del pubblico pagante.
Considero rapido, come solo un ex ufficiale dei parà ultra addestrato come me sa fare, considero che ieri sera la Lorena non mi ha risposto al telefono e che mi sono dovuto arrangiare da solo, considero che con 'sta crisi personale, meno spendo e meglio è, considero che quella troia di merda mi fa stratirare il cazzo e chiudo la somma chiedendole cosa facesse stasera e lei mi guarda col sorriso da mutanda zuppa, ammesso che la portasse, rispondendomi che esce con me.
Molto bene.

Natale incerto, Caporetto economica e capacità d'umile adattamento

Fra quaranta (e non trentacinque, sorry) giorni è Natale.
Siamo nell'incertezza dell'incompiuto, alla quale aggiungo del mio per rendere ancor più incerte le cose.
Salirò a Londra e natalerò con lei là?
Scenderà a Taziopoli e natalerà con me qua?
Mi unirò a lei e raggiungeremo Borgoverde dove trasformeremo il Natale della famiglia Bradford in un elegante Bloody Xmas, massacrandoli tutti a colpi di mazza da baseball, compiendo l'efferato gesto elegante nella totale nudità?
Eccitante pensiero, quest'ultimo.

In ogni caso non andremo ai Caraibi perchè il conto corrente di Tazio è ridotto come nammerda, dopo le tre settimanine fatte lassù. In effetti potevo anche immaginarlo, o meglio, un po' lo immaginavo, ma vederlo con le mie fosche pupille è stato davvero entusiasmante.
Questo dissesto mi impone di modificare i piani e di rimanere qui per un po'.
A parte che ho diverse robette da fare, dopo la riunione di ieri. Ma anche se non c'avessi da fare fava qui, i dinari per ritornare su non ci sono. Bisogna aspettare lo stipendio, zitti e in bell'ordine.

Cosa volete che vi dica? Bisogna tenere duro e ridimensionare, no way back.
Sabato sera andrò a mangiarmi una Rustichella all'autogrill di Razzo Cambrillo, al limite.
Bisogna sapersi adattare.

Servizi

Mi intrattengo con l'encicopledico e anche un po' mappamondiano Costa che mi aggiorna sulle novità territoriali.
Pare che all'autogrill di Razzo Cambrillo ci sia una albanese, addetta alla pulizia dei cessi, che con venti euro ti introduce nell'intimità del ripostiglio dove ti tira una sega. Pare, dico sempre pare eh, che la stessa signora con cinquanta ti tiri un pompino. Si mormora, inoltre, che la gentildonna sotto al camice non indossi nulla, come cortesia per gli ospiti.
La storia mi interessa ed indago ulteriormente.

Pare, mi raccomando, pare, che la signora sia sulla quarantina, moraccia, slandra, sciatta, ma con un suo bel perchè.
Chiedo all'eruditissimo Costa se ha fruito di tali servigi ed egli mi risponde di no.
"Minghiaoh Tà, vabbè che sono preso con le bbommbe, ma miga sono alla ganna del cas"

Giusto.
Cioè giusto se visto dall'altezza del suo lignaggio.
Dalla bassezza del mio, invece, l'idea di accoppiarmi con la professoressa d'igiene dell'autogrill di Razzo Cambrillo, all'interno del lurido ripostiglio, mi ingrifa.

Mi rapisce.
Mi ispira.
Mi incanta.
Mi intosta.
Mi marmorizza.

Razzo Cambrillo è vicinissimo, tra l'altro.
Se fosse tutto vero sarebbe un bel salto in avanti, per il territorio.

mercoledì 14 novembre 2012

Soft

Porcattroia che giornata dimmerda.
Davvero un ricominciare placido, graduale, soft. Ci voleva.
Ho cominciato la riunione con i miei fidi scudieri alle ore diecizzerozzero, puntuale come la morte. L'ho finita adesso.
Nove orette senza pranzo, solo due tramezzini Malagrotta presi giù dalla Baldracca e avanti.
Ho una bocca amara ed acida come quella del vitello dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa.
Sono provato nel fisico e nella mente, ma sono soddisfatto.
Grandi cambiamenti.
Grandi.
Son bravi guaglioni, vanno coinvolti.
Promozione per il Loca. Lui sarà Vicerè quando io non ci sono.
Dovrò dire alla Betta che se il Loca chiede, gliela deve dare come se fossi io.
Ma magari anche no, dai, non glielo dico va là.
Che giornata, cazzo.
Ottimo, ottimo.
Adesso vado a cena e poi mi vado a far fare i pompini dalla Lorena.
E beh, me lo merito.
E beh.

Il viaggio di ritorno di Taztozzi

Bonjour. Anzi, sperém che sia un bonjour.
Vi faccio breve sintesi della gioiosa giornata di ieri.
Un taxi nero mi preleva che stavo condensando nei miei pensieri e mi conduce alla Victoria, dove scopro immediatamente che il treno era appena partito e pazienza. Poi arriva subito quello dopo e sopra c'erano otto miliardi di persone, per cui mi incastono tra alcuni capi bovini e godo dell'unica vista possibile: capelli e la schiena di un armadio più alto di me che ho davanti. Ma tanto dura solo mezz'ora, che problemi ci sono. Poi aeroporto e una colonna al check in lunga sedicimila chilometri e mi vorrei evirare con uno schiaccianoci per non aver fatto il solito check in elettronico. Poi correre. Correre, correre, correre all'imbarco, check, scarpe, cintura, prepuzio, glande, ano, tutto. Passare. Aspettare, imbarcarsi e sedersi. Finalmente. Lato finestrino. Relax, mi dico, ci voleva, mi dico. E mi accoccolo osservando un armadio largo due metri che stazza come un cacciatorpedinerie coreano classe Yoko One e mi chiedo, adorabile scioccone, mi chiedo come cazzo fa quello a sedersi e la mia domanda è presto soddisfatta, perchè BigBoy è il mio compagnuccio di seduta e scopro subito come fa: inonda, straripa e avvolge, ma tanto dura solo due ore e venti, che problemi ci sono. E si arriva finalmente! Si atterra, ma qualcosa di misterioso accade: si staziona fermi in una pista di rullaggio. Così. Timidi. Motivo? Sarcazzo. Venti minuti di park e poi, finalmente, lo sbarco nel paese dei campanelli. Mi proietto al carousel con in testa un'idea meravigliosa: Rustichella e Cocazza, che fame.
Ma il carousel non parte mai e mai e mai e mai e come mai? E cazzomerda come mai? Un piccolo problema tecnico signori, ma in un attimo lo aggiustiamo. Certo, sì, certo. Mezz'ora abbondante. Finalmente il canchero parte, recupero la roba e mi dirigo solerte al park auto. Pago con un rene le tre settimane di parcheggio e mi addresso all'auto. Premo il telecomando in attesa del classico spalancamento di occhioni gioioso, ma invece niente. Mi avvicino di più. Nulla. Morte, desolazione, deserto e disperazione. La batteria, puttanissima di quella grandissima bagascia. Un bel giovine che stava recuperando una Golf accanto a me mi chiede "non parte?" - "batteria morta" rispondo "non c'è problema, ho i cavi!" mi dice raggiante come un boyscout in erezione e io dico dio grazie, almeno una sbagliala oggi. E invece no, lui non sbaglia. Il motorino d'avviamento non se la incula di striscio la batteria forestiera e il tizio mi spiega tecnicamente il perché e io vorrei vomitare merda, ma lo ringrazio civilmente e mi metto a cercare il cazzo di numero dell'Europassistance. Con la gloriosa Marzedes non sarebbe MAI e poi MAI successo, ma questa è una Mircidis nuova, c'ha la fichetta arrossata, è fffica capite? Che cazzo di macchine dimmerda. E in quaranta minuti arriva l'umano con un aggeggio che si chiama booster. E la Mircidis parte scorreggiando una nube tossica, grantroia, ma l'umano mi dice che se fosse in me non la spegnerebbe, per sicurezza. Sicchè progetto Rustichella vaffanculo e c'ho una fame che mi stanno per venire le mie cose a momenti. Ma tanto in un'ora e venti sono a casa, che problemi ci sono? Arrivo che è l'una e un quarto, faccio un passaggio davanti ai luoghi del gusto a me cari e ciascuno di essi è chiuso, troppo tardi, peccato. Ma tanto posso mangiare domani, che problemi ci sono? 

E una volta in casa, sorseggiando un abbondante JD, mi permetto di considerare che, nel mio caso, la famosa eventualità "Se mi cade l'uccello mi rimbalza nel culo" diverrebbe "Se mi cade l'uccello mi cade e basta". Sia mai.

lunedì 12 novembre 2012

Flash



Aspettare accogliere scopare parlare scopare cenare scopare scopare scopare scopare dormire svegliare scopare dormire svegliare scopare lavare colazionare preparare raggiungere mangiare partire aspettare salire volare scendere uscire salire guidare arrivare scendere salire entrare appoggiare spogliare accarezzare guardare specchiare indurire menare menare menare la hostess FLASH la tizia FLASH menare menare godere sbavare piedi FLASH odore di cazzo di culo di sborra sudato liscio mi voglio lo voglio mi vuole la voglio strizzare perlustrare spingere dilatare cercare scavare di dentro nel culo il bruciore sensuale penetrare massaggiare indurire menare quei cazzi nei cessi FLASH pensare alla bocca che parla e poi succhia rumore l'odore della saliva asciugata l'odore della matita succhiata dalla compagna di banco che seduce e non sai non credi non pensi domattina entrare salutare ansia disagio le facce le tette le tette FLASH poi di sotto la porca coi piedi e le piante annerite FLASH godere godere godere godere godere svuotare la mente e i coglioni schizzare tenere resistere superare rinforzare riposizionare e respirare.

A fondo.

Stairway to heaven