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lunedì 7 ottobre 2013

Il massimo

Beh.
Il Costola è andato.
Ce l'ho accompagnato io all'aeropuerco, ieri.
E lui, col valigione, è partito, ieri.
Poi io sono rientrato, ieri, a bordo del suo Ulysse rossobordòmetallizzato.
E ho selezionato alcuni capini invernali dall'ufficio-deposito, che qui si gela.
E poi sono anato a troie, alla sua salute.
Mi sono inchiavardato una cinquantenne niente male, con delle tettone enormi, che posso azzardare una settima, vagamente somigliante a Tina Anselmi. Bravissima eh.
E poi con un corpo tozzo, ma proporzionato. Una ficazza da mercato, mi capite?
Piedi anonimi.
Gran culo.
Puttanissima e a km zero.
E' di Palata Peppoli.

IL Costa scommette sul suo destino.
Bravo.
Complimenti.
Lo invidio.

Anche la puttana di Palata Peppoli lo fa: si depila la ficona adiposa.
Concorre con le Barbie, la stimo, la invidio.
Alla fine c'ha ragione lei: io l'ho caricata. Cento zucconi e una sborrata niente male.
A cazzo nudo, sulla sua pancia.
La concorrenza è drammatica.
Il rischio è necessario.

"Ti chiamo quando arrivo"
Ma manco per il buco della piscia del cazzo, Costa.
Se voglio sapere delle tue merdate ti chiamo io, testicolo.
Sono tua madre, forse, insulso coglione?

La puttana di Palata Peppoli aveva mangiato della roba con troppo aglio.
Ma succhiava il cazzo da dio e senza sforzo.
Lo spacco del culo mi arrapava e ho sborrato guardandoglielo.
Le ho sborrato in bocca.
Forse le ho migliorato l'alito.

Piove.
E io c'ho l'accappatoio corallo sotto il quale mi penzola la minchia randazza scappellate e vogliosa. Ho voglia di tirarmi una sega violenta, schizzando ovunque.

I piedi anonimi, l'aglio, il culo peloso del Costa e due maccheroni al ragù dalla Gelsima a Fecazzone che di lunedì è aperta.
Aperta come il suo culo da settantenne vacca.

Cosa posso volere di più?