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lunedì 28 ottobre 2013

Etologia

The L world
Per oggi basta.
Ho scartavetrato, lavato, spostato, smontato, colorato, pitturito e pitturato e la mia colombaia comincia ad assumere sembianze terrestri.
Adesso vado a farmi una bella docciona, senza sega che sono finito, che poi sulle venti e trentadue scendo al winebar, che magari incrocio LaMorelli e ci si fan due penne assieme.
Non con la Vespa, due penne di pasta. Il formato, intendo.

Ieri sera sono arrivato tardi in questo paradiso dell'ormone selvaggio e mi sono accoccolato al bancone al mio solito posto, Carlino e Chardonnay, origliando ed osservando di sottecchi. E mi è venuta in mente quella vecchia serie tv dallo scarso successo, The L World. Chi l'ha vista sa a cosa mi sto riferendo, ma per chi non l'ha vista la faccio breve e significativa: c'era una tipetta lesbica che aveva disegnato un grafico su un gran foglione di carta dimostrando che, alla fine, in quel grande giro di lesbiche, tutte si erano fatte tutte. E il mostruoso intreccio di relazioni lo dimostrava con chiarezza.

Ecco, nell'evoluzione del target del winebar, ho la sensazione che presto capirò come tutti si siano fatti tutte, come molte si siano fatte molte, come molti pure e come taluni abbiano giocato a Quattro Salti in Padella in cui si mischiano gli ingredienti sulla base del paradigma ndocojocojo che è un po' il leit motif di questa rinnovata stagione del winebar.

E anche qui, come in ogni agglomerato sociale (ad eccezione del PD) esistono due grandi correnti, due grandi movimenti: il primo, che chiameremo I Pescatori, è formato da gente autenticamente rappresentante il ndocojocojo, delusi dai rapporti, stressati dall'età che avanza, con i coglioni rotti di lolite e toyboy, avvoltoi che si gettano sulle prede morte, Rodolfo Valentino de noantri che mirano al top score.
Poi c'è il secondo movimento, che chiameremo Gli Stercorari. Ciascuno degli Stercorari è lì per aborracciare il primordio della propria pallina di merda, per poi farla rotolare fuori velocissimo, non guardando più a nulla se non a un bel matrimoniazzo salvifico degli sprechi del tempo andato, incurante di cosa sia esattamente quella pallina di merda, se buona oppure no, chissenefrega, che io sarò pure Stercorario, ma lui/lei son palline di merda, intendiamoci ben da subito, che qui si deve fare il Big Kahuna, rapinare il jackpot, sconfiggere la vigogna.
Perchè gli Stercorari maschi sono assillati da un bisogno di prole e le Stercorarie femmine vogliono che tutto quel darla via come se non fosse loro, sempre tirate come delle scorregge, tutte le sere le due di notte, estate e inverno, mezze nude anche quando c'hanno il cimurro e magari sarebbero state meglio sul divano a vedere XFactor, insomma, che tutto questo faticoso troianesimo agè ne sia valso la pena.

Curioso questo nucleo sociale del winebar, davvero curioso. Io ieri sera avevo i cazzi miei begli arrotolati nella testa e nessuna mi ha cagato di strisciazzo. E questo perchè? Perchè non avevo l'aura scopiaola, perchè non vestivo la livrea degli amori dei Pescatori o degli Stercorari. E quindi ero out-of-order, out in tutti i sensi, bad mood, seratadimmerda e entrambi i movimenti, sulla carta, sembrano essere drama free and easy going.
Che non ci crede nessuno.

Speriamo di incontrare LaMorelli stasera.
Ha tanto di quel veleno in corpo da stendere un crotalo.
E conosce i cazzi di tutti.

Rileggo quest'ultima frase e mi rendo conto della sua sovrana ambivalenza.
Ha!

domenica 27 ottobre 2013

Lunghissima estrema sintesi domenicale

Hellow.
Via alla sintesi estrema: Cagnarie a puttane causa ripensamento compagni di merende, venduta la Smartdellammorrretttterrrrno, acquistato Mercedes-Vito-115-blue-metallico-ultrafornito-modello-rumeno-ricco-trafficante-anni-5-garanzia-anni-due-un-affarone, magari solo per il ladro sorridente, trovata minicasa in affitto su palazzo decrepito, canone ridicolo-comico, probabilmente senza agibilità, ma c'ha tutto e poi il Max mi mette i tavoloni di legno per terra da due metri di quelli antichi e c'ha pure una terrazzona da più di settanta metriquadri, acquistato abito Canali modello ultraslim color antracite più abito Zegna ultraslim color blu scuro, scoperto che il winebar è diventato un ritrovo pluriprovinciale per cougar e MILF separate o single o cornificanti patologiche che ivi incontrano sfigatoni over 40 che fanno ancora i fighetti del liceo, in un clima trendy, molto kewl e solo apparantemente up-to-date.

Ho operato una sanguinosa azione di pulizia etica e mi sono reiniettato con cattiveria quasi animalesca nella newextazioagency, creando millanta mila problemi a quel goldone bucato del d.c., che oltre a direttore creativo è un fantastico acronimo per la locuzione estremamente ricorrente nelle mie incursioni di verifica. Se non ti apprezzano e prezzano per le tue innegabili geniali qualità, scassa la minchia perchè ti prezzino per toglierti dai coglioni, che di solito si prende di più.
E io il diritto di sfracellare scroti ce l'ho, perchè sono socio, cazzodellamerda.
Attendo reazioni dei soci di maggioranza.

Rifrequento il winebar da pochissimo e ho conosciuto LaMorelli, Patrizia Morelli detta Pattymorelli, ma più diffusamente Lamorelli, che è una cinquantenne dalla voce roca per le seimila sigarette al giorno, la pelle abbronzata come un biscotto Saiwa e la voglia di cazzo che la si vede da miglia dalla costa, seppur io ancora non abbia fruito della sua rugosissima pantegana cannibale, ma solo per una questione di coincidenze non collimanti.

Al winebar, l'altra sera, ho offerto sessantasette bottiglie di Chardonnay ad una quarantaquattrenne che manco mi ricordo più come si chiama, ma mi ricordo quanto mi è costata di vino, perchè invecchiando le troie bevono come delle idrovore e tu devi essere rapido a calcolare il break even point tra costo del vino, costo del tempo e risultato, perchè tante volte ti conviene andare a troietroie che costa meno e godi di più. Ci vorrebbe una app e c'è da meditarci su. Fortunatamente la Noname, ubriaca come una scimmia putrefatta,  mi ha fatto una signora pompa (senza ingoio) nel lusso sfrenato del mio Mercedes Vito 115duemiladuetuppottieselcentcinguandcaffall, mentre io mi curavo attentamente di non macchiare i sedili di alcantara inperfettostatodiconservazionepraticamentemaiusati.

E' un vero troiaio il winebar, zoccole mascherate da ultrazoccole, carni incuranti del clima, voglie incuranti dell'età, età incurante della decenza e se, con sofisticate apparecchiature, si filtrano le armoniche voce del brusio, sulle frequenze basse si ottiene un tracciato che recita chiaramente "vogliadicazzovogliadicazzovogliadicazzovogliadicazzo" come un glandiano mantra incessante e quasi pauroso, evocativo del mai dimenticato Marasma Glandi.

Il Costa da Praga mi dà, seppur espressamente non richieste, sue notizie quasi quotidiane e mi comunica che ormai è ricamato nel tessuto sociale ceco, a parte il sorvolabile dettaglio che lui non parla nessuna lingua, compreso il ceco. Taziosalitaziosalitaziosali e io mi vado a vedere Googlemaps ed effettivamente sì, per andare a Praga dovrei salire, ma mi pesano già i sei piani di scale del mio condominietto decrepito, figuriamoci salirne altri per andare a Praga.

Ieri mattina, previo preavviso, è arrivato Dimitri Voscovich, detto Vosco o anche Dima, a ritirare quel gioiello della meccanica e del design automobilistico made in Italy dell'Ulysse del Costa, per tentare di portarlo nella ridente Praga.
Ma chi è Dimitri Voscovich detto Vosco o Dima? Un Polacco? Un ceco di Praga? Un russo ex KGB passato alla mala ucraina in Kosovo?
No.

E' un operatore video triestino di origini montenegrine da parte di bisnonno, tanto che lui non solo non c'è mai stato in Montenegro, non solo non sa dov'è sulla cartina geografica, ma sino a qualche anno fa era convintissimo di discendere da un bisnonno produttore di amari.
Il Voscodima è alto otto metri e pesa novecentotrenta chili, ha ventisei anni, rasato e tatuato e tutto ciò contribuisce a conferirgli quell'elegante allure da delinquente croato allevatore di Pittbull da combattimento.
Il Vosco e il Costa, rivisitazione trash di Bibì e Bibò, che se ne potrebbe fare una serie a fumetti che spacca, che se eravamo ai tempi di Primo Carnera editore si faceva il culo a Ranxerox con una rivista intitolata Zanussi.
Questa arriva a pochi, ma pace.

Insomma ecco.
Per dirvi che sono ancora vivo.
Baci ai genitali e all'ano di tutti e tutte.
Vi amo.