Pagine

sabato 4 marzo 2017

Le avventure del ManzoTanzo e della Sacerdotessa Smeralda Tatuea

E negli effetti non si può mica continuare così, tra road-troie-pay e geriatrico Flamingheo, che c’ha ragione Zack, c’ha ragione, c’ha, e allora apriamo i verdi pascoli del Gar[b]age (capirai che svolta epocale) che lui c’ha la morosa barista russa figa ultraterrena (vero, molto vero) che ci presenta vagoni di figa, mo sé, ma quando mai, che ci ha presentato un pugno di vacchette pay che le inquadri a seicento metri, mica malvagie eh, anche delle buone ragazze dai prezzi modici, ma io di acento di rumània o di moldavia ne ho una certa nauseina a furia di paesi estivi e altre avventurette stradali, per cui cosa si fa? Si stabula e si beve come delle fogne, che tante volte vai tu a sapere.

E allora giovedì sera cosa succede? Eh, cosa succede: succede che una tizia che va al banco a prendere da bere mi smolecolarizza con due smeraldoni verdi così e i capelli rossi, tatuatissima e pallidissima, che pensare alla Frank c’ho messo quei tre secondi, anche se questa qui è proprio carina forte, cioè non che la Frank fosse brutta, scherzeremo mica nevvero, che c’aveva quell’aria darkgoticoassassina da orgasmo intrascrotale fulmineo che Eva Green ci fa delle gran pippe, sinceramente parlando, ma questa è sì molto Suicide, ma con un viso veramente bello e una fisicata da campionario del sesto millennio, che comunque va detto che la fighiola mi galleggia sui 24-25, non di più eh.

Bon, fatta lì, piaciuta è piaciuta, ma morta e sepolta, che il cazzeggio col branco di manzi chiama anche ManzoTanzo e così rimango a muggire nel nostro angolo di stalla, ammazzandomi di shottini e anacardi, manco fossi King Kong, che tanto con la Tatiana Kulova dello Zack al banco c’è sempre la promozione paghi uno – bevi ventisette. E poi c’hai un’età, ManzoTanzo, mi dico credendoci vero, visto che da un millennio va secca come la sabbia del Papeete.

“Mi fai accendere per piacere?” sento da dietro in concomitanza di un picpic sulla spalla, che allora mi giro è c’è la Tatuatessa Smeraldo con un cannino in mano, al che io sorrido sornione e lei mi tritura i menischi con un impietosito “Non è quello che pensi, mi faccio le sigarette a mano” – “Ahhhhh, capito”, belo pecorone cercando il Bic, che di meglio non m’è venuto. La accendo, sbuffa fumo, mi sorride alla Colgate e poi torna da dov’è venuta, condendo la sortita con un paio di occhiate da Sacerdotessa del Sesso Oscuro, che con quel tatuame, poi, le riesce di un bene che mai.

E avanti, avanti, avanti, avanti, che ormai del culo della Kulova conosciamo le cellule carnee per nome, quando ecco che al banco si ripresenta la Sacerdotessa Tatuea Smeralda, di rosso capigliata e lì, tra un Max Bovis che sgomita ubriaco muggendo dei “Tazius vai, Tazius vai, Tazius vai, Tazius vai, Tazius vai, Tazius vai, vai, vai!” e un Virus che cava delle alcoliche bestemmie rafforzative il concetto di quanto è figa, mi scollo dalla mandria e, manzo curioso, mi affaccio alle novità della vita, pronto ad assorbire il mondo ignoto della conoscenza di una giovine femmina, siffossi io una vergine spugna dell’Auchan a 0,99.

Piacere Tazio, piacere Valentina, che a me poi nelle condizioni di “freddo”, specie se ben lubrificato da un numero di shottini di poco al di sotto alle tre cifre, mi esce una fiumana di cazzate talmente travolgente (perché le mie cazzate sono sempre intelligenti, diciamocelo) che inebriano di fascino diventando tela di ragno seducente che infagotta la preda che, seppur intrisa da simile volume alcolico, riconosce intelligentemente il pregio delle cazzate con cui viene intortata alla morte e, pur di poter tornare al tavolo senza che gli amici chiamino la Sciarelli, mi comunica che: no, non ha il moroso, ok ti do il mio numero, ma adesso devo proprio andare.

E così, con un numero di cellulare scritto a penna sul palmo della mano sinistra, come un liceale segaiolo che non se lo segna sulla destra per non cancellarlo con l’attrito, torno al mio branco natio, esibendo il trofeo e venendo a buon titolo eletto LattinaDiManzo (ManzoTin, non c’avevate mai pensato eh? Lo so) 2017. E allora a quel punto, siccome poi io alla fine il liceo l’ho già fatto e l’asilo anche, per non saper né leggere né scrivere compongo il numero dianzi datomi, giusto per verificare di non essere stato preso per il meraviglioso e verborpivo culo brasiliano che mi ritrovo. E, controllando da posizione favorevole la Sacerdotatuata del Sesso Ossessivo, attendo che in qualche misura le vibri il culo e, dopo pochi minuti, in quella bolgia assordante, noto un impugnare del parlafono, un alzarsi da sedere, un turarsi l’altro orecchio per biascicare “Chi parla?”, gutturalità a cui rispondo con un secco “Così hai il mio numero”.

Occhi verdi luminosi scannerizzano il banco e, una volta inquadratomi all’apparecchio che sventolavo la manina con lentezza (lentezza a cui corrispondeva la massima velocità raggiungibile, visto il momento catartico della serata liquida), in uno sprigionarsi di Colgate altrettanto luminoso, la stessa voce pronunzia ridente “Madonna che colpo, ok me lo segno” con bye bye finale sopravento in retromarcia, sicché nessuno potesse vederla.

***

Ocio ManzoTanzoTazio, che ci sono gli estremi ricorsivi di una Squinzy Due o una Frank Due, dalla forma delle premesse, ocio, mi sono detto.
Vero, mi sono risposto, ma che cazzo me ne frega.
Altrimenti, come farei a essere Coglionazio?